Auto con 10 anni di vita? Pericolosa o ennesima fonte di prelievo per le casse statali?

StrettoWeb

Ultimamente il settore auto non conosce tregua: eliminazione esenzione bollo per le auto d’interesse storico, presunto aumento del bollo regionale, obbligo di aggiornare la carta di circolazione in caso di comodato d’uso ovviamente a carico dell’intestatario e non per ultimo è sempre bene ricordare il danno al mercato generato dal superbollo a partire dal 2011.

E non va neanche dimenticato il tentativo inspiegabilmente fallito di semplificare l’immatricolazione dei mezzi eliminando il PRA (Pubblico Registro Automobilistico). E poi ci sono gli aumenti dell’RCA, il tentativo fallito della tariffa unica per una maggior equità, la scomparsa dalla legge di stabilità della norma che stabiliva il rilevamento elettronico delle vetture circolanti prive di assicurazione.

Ma evidentemente non è tutto. Reggetevi forte:

“Sulle nostre strade circolano troppe auto vecchie e in Italia aumenta di continuo l’età media del parco auto circolante più obsoleto d’Europa: l’età media delle quattro ruote è ormai di 9,5 anni; il rischio di morire in un incidente a bordo di un veicolo di 10 anni è più che doppio rispetto a una vettura di nuova immatricolazione; un Euro1 a benzina del 1993 fa registrare emissioni di monossido di carbonio superiori del 172% rispetto a un Euro4; un diesel Euro1 rilascia 27 volte il quantitativo di polveri sottili di un moderno Euro5. Le auto vecchie sono quindi un problema economico, sociale ed ambientale che va affrontato subito con misure strutturali. ACI ha inviato oggi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti un progetto con un insieme di misure in grado di razionalizzare il settore della Pubblica Amministrazione legato alla mobilità con grandi risparmi per le famiglie e lo Stato. Per far ripartire il mercato automobilistico servono incentivi per il ricambio dei veicoli, ma non episodici come in passato perché devono produrre effetti consolidati. Prima ancora di guardare al nuovo, sono fondamentali incentivi per sostituire i veicoli Euro0/1 con Euro5/6 più moderni, efficienti ed ecologici. Per rendere comunque più sicuro un parco circolante così obsoleto è opportuno prevedere l’obbligo di revisione annuale per i veicoli con più di 10 anni di età”. A dichiararlo è Angelo Sticchi Damiani, il presidente dell’ACI.

A giudicare dall’effetto generato dall’eliminazione dell’esenzione bollo per le storiche e dall’obbligo di aggiornare la carta di circolazione in caso di comodato prevediamo che anche questa affermazione farà andare su tutte le furie gli Italiani per l’ennesima volta.

Occorre fare alcune considerazioni riguardo queste dichiarazioni: si presume che chiunque, avendo la disponibilità economica idonea, opterebbe per sostituire l’auto anche ogni anno. Per stare al passo con i tempi, la moda e la tecnologia che va avanti di giorno in giorno. Ma purtroppo non è così ed è impensabile forzare gli Italiani a sostituire l’auto (e nella maggior parte dei casi farsi carico di onerose rate mensili) in un momento di crisi ed incertezza come questo, facendo leva sulla sicurezza quindi mettendo nuovamente le mani in tasca ai cittadini.

Innanzi tutto una vettura di 9-10 anni, ovvero del 2004/2005, non è affatto così insicura. Infatti molte auto non sono state completamente rinnovate ed ancora utilizzano progetti realizzati appunto anche dieci anni fa, debitamente rielaborati e aggiornati.

Sappiamo che il mercato dell’auto è davvero in cattive acque, ma non è certo questo il modo con cui ottenere un vero e proprio miglioramento della situazione ovvero vendere più auto nuove. Chi non può cambiare auto continuerebbe ad usarla ed avrebbe circa 70€ da spendere ogni anno invece che due per la revisione; il tutto si traduce in due casi, chi non può farvi fronte e circola senza revisione e chi accompagnato dal mal contento esce questi soldi in più togliendoli da un’altra parte. 

Specialmente nelle zone più povere e critiche del nostro “Bel paese”, dove i mezzi pubblici scarseggiano (e quelli che sopravvivono sì che sono vecchi, sporchi, insicuri ed inquinanti), il mezzo privato è di primaria importanza e la maggior parte dei veicoli in queste aree sono proprio quelli con qualche anno sulle spalle.

Il presidente dell’Aci, evidentemente, è un tantino lontano dalla realtà di tutti i giorni ed evidentemente fa i conti in tasca agli Italiani con le proprie possibilità economiche, non certo con quelle di chi non arriva a fine mese.

Già per guadagnare qualche vendita si potrebbe eliminare il superbollo che è contro producente come è stato ampiamente dimostrato, non certo mettendo nuovamente le mani nelle tasche sempre più vuote degli Italiani.

E per migliorare la sicurezza e dare il buon esempio per il rispetto dell’ambiente che si inizi a rinnovare il parco auto delle forze dell’ordine, sempre più vecchio e scarsamente mantenuto, costrette spesso ad utilizzare veicoli vecchi che si rompono facilmente e che mettono a rischio l’operato e la sicurezza degli agenti; come anche gli autobus pubblici vecchi ed inquinanti che sì sono un reale pericolo per la salute e la sicurezza.

A voi il giudizio.

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