In riferimento all’articolo apparso su “StrettoWeb” a firma del giornalista Peppe Caridi pur apprezzandone l’intento non possiamo non rilevare alcune inesattezze nell’addossarci colpe che non sono nostre ma che dovrebbero ricadere su altri soggetti sia politici che istituzionali.
Per la parte di nostra competenza abbiamo cercato, tra tante incomprensioni ed alzate di spalle, di muoverci in tempo utile per garantire ai turisti la massima accoglienza. Infatti:abbiamo distribuito oltre 250 volantini dal contenuto inequivocabile sia sull’orario dell’arrivo delle navi che sulla apertura degli esercizi commerciali ivi comprese le locandine da esporre dove si augurava in tutte le lingue il benvenuto ai visitatori. Il giorno prima questa dirigenza si è portata presso gli Uffici della ATAM per richiedere l’istituzione di speciali corse di autobus dal porto al centro e viceversa. Ma, ci è stato risposto che oltre alla nostra richiesta doveva seguire anche quella, più importante, degli Amministratori cioè dei Commissari del Comune. In ogni caso è un servizio che va programmato e che richiede i sui tempi. Dalle notizie in nostro possesso le navi arrivano nel nostro porto alle ore 14,00 e dopo circa mezz’ora dall’attracco i passeggeri possono sbarcare per salire sui pullman messi a disposizione della agenzia Tedesco che è quella che ha l’appalto in esclusiva e che provvede a trasportare parte di loro nei tour da lui organizzati. Abbiamo consigliato una apertura anticipata tra le 14,45 e le 15,00 per cui abbiamo lasciato alla sensibilità dei colleghi accogliere il nostro invito ma, dalle notizie in nostro possesso, la stragrande maggioranza ha aperto per tempo le loro aziende.
Se il Tapis Roulant non era funzionante, il Duomo è stato aperto con ritardo; se in gabinetti pubblici non sono fruibili non è certamente da imputare ai commercianti anzi le possiamo assicurare che la stragrande maggioranza fa di tutto per accogliere i forestieri nel migliore dei modi mentre, senza timore di smentita, riteniamo ingiuste ogni lezioni di sorta sulla nostra professionalità che, dopo pochi amministratori del passato, forse è tra le poche che hanno contribuito a creare l’attuale immagine della città, immagine, che altri ci invidiano. Non una ma cento navi auspichiamo che arrivino nel nostro porto nel mentre possiamo assicurare che non lasceremo nulla di intentato perchè queste presenze siano incrementate anche a costo di ulteriori sacrifici, non solo di ore lavorative ma, soprattutto di carattere economico. E’ nostro intendimento mettere in cantiere ogni iniziativa per fare di Reggio una città culturalmente aperta,commercialmente libera ed economicamente sempre più competitiva. In un momento di grave crisi abbiamo bisogno di sostegno e di incoraggiamento e non di essere impallinati dal fuoco amico!“
E’ opportuno precisare che nell’articolo in alcun modo vengono addossate colpe alla Confesercenti o ad altre associazioni di commercianti ed operatori del settore. In modo molto chiaro, invece, sono evidenziate delle criticità, tanto pubbliche (vedi Tapis Roulant) quanto private, legate ad un’accoglienza poco calorosa rispetto a ciò che invece meriterebbe un turista che arriva a Reggio Calabria. Senza lesinare in alcun modo le mancanze politiche e istituzionali, in un momento storico in cui la città commissariata subisce la totale assenza di interlocutori appunto tanto politici quanto istituzionali, l’articolo evidenziava semplicemente un fatto (documentato da foto e interviste), e cioè che i turisti hanno trovato i negozi chiusi.
Dopotutto sia ieri che nel primo approdo, la nave da crociera è arrivata in netto anticipo attraccando al porto prima delle 13:30. I turisti sono scesi prima delle 14, ed è a maggior ragione evidente come abbiano trovato la quasi totalità degli esercizi commerciali sbarrati. Forse, visto che l’orario di una nave da crociera non può essere prevedibile in modo preciso, sarebbe auspicabile che i negozi rimanessero aperti con l’orario continuato come fanno le grandi catene. Sia chiaro, questo non può essere imposto da nessuno e se i negozianti decidono di non aprire non è certo colpa della Confesercenti o di altri enti e istituzioni che possono appunto invitare i negozianti ad aprire prima o rimanere aperti, ma non certo costringerli. Così come non possiamo farlo, e non vogliamo certamente farlo, noi di StrettoWeb che ci limitiamo a raccontare i fatti e poi ognuno ne deduce le proprie considerazioni.