E poi c’è il rovescio della medaglia: un esempio è la normativa in materia di terre e rocce da scavo, per la quale si prospetta un riordino nel senso della semplificazione. Da non sottovalutare anche il rilievo che viene dato alla gestione dei rifiuti: sempre a livello normativo dovrà essere vietata l’introduzione di altri livelli di regolamentazione superiori a quelli previsti dalla normativa comunitaria.
Ma, come recita la sua stessa denominazione, tale decreto “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attivita’ produttive” prevede anche importanti novità per ciò che riguarda da vicino i “guai” dello Stretto di Messina.
Pare infatti che la Commissione ambiente della Camera abbia riammesso due emendamenti proprio per lo Sblocca Italia che prevedono 30 milioni di euro in 3 anni per i collegamenti veloci nello Stretto, presentati da Enzo Garofalo, Ncd, insieme al collega del Pd Enrico Borghi. Dunque, ricapitolando, si tratterebbe di 10 milioni l’anno, dal 2015 al 2017, somme che garantirebbero la continuità del servizio di collegamento veloce tra le due sponde dello Stretto. E’ noto a tutti, d’altronde, il disagio, vissuto in particolar modo dai pendolari, relativo alla situazione attuale, senza contare che dal 31 dicembre scadrà il regime di proroga con Ustica Lines e Bluferries per Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Non è possibile quantificare il danno oltre la beffa che i pendolari potrebbero subire.
E dunque, al di là del rinnovato dialogo tra Accorinti, Cacciola e i Franza, questi due emendamenti presentati da Enzo Garofalo, potrebbero rappresentare uno spiraglio nei tempi bui dello Stretto, specialmente se si tiene conto del fatto che il Ministro Lupi sembrerebbe intenzionato a garantire un intervento decisivo e che il governo Renzi parrebbe orientato verso un parere positivo.