Lo afferma il movimento metapolitico “Destra Per Reggio” secondo cui “la condizione gravosa di genitori impotenti ad una corretta conduzione della famiglia – ed alla corresponsione delle primarie necessità della stessa – perché privi di lavoro, disoccupati, impossibilitati a produrre un reddito minimo di dignità familiare, dovrebbe determinare nella società politica un’attenzione maggiore e vincolante, nella considerazione che i “genitori disoccupati” rappresentino il primo stadio del processo disgregativo delle famiglie perché tale vincolo concorre alla dissoluzione di valori, di certezze, di coesione familiare.
Su queste considerazioni “Destra Per Reggio” ritiene che lo status di “genitori disoccupati” debba indurre la società politica – e le istituzioni – ad aprirsi al nuovo contesto, focalizzando l’intero nucleo familiare quale elemento di emancipazione sociale; cosicchè debba essere un imperativo istituzionale la realizzazione di azioni specifiche, non episodiche, utili alla riduzione della dispersione familiare ed alla prevenzione del disagio, individuando nell’unione matrimoniale il nucleo solido per l’evoluzione e la morale del cittadino.
Una nuova classe politica – ha concluso “Destra Per Reggio” – dovrebbe farsi disinteressata portavoce delle istanze dei “genitori disoccupati”, in nome del raggiungimento di quei diritti civili le cui unioni familiari rappresentano un’armonia operosa che è unione di valori e progresso di virtù, in netta discordanza con altre unioni, che appartengono alla negazione del mondo della sacralità della vita e si ripiegano all’area degli affetti e delle attrazioni”.