Qualcuno già parla di “bavaglio”, mentre qualcun altro evidenzia che di positivo c’è il fatto che non sia più previsto il carcere. Insieme alla diffamazione vengono poi rivisti anche i concetti di rettifica e di diritto all’oblio.
La rettifica dovrà essere “senza commento, senza risposta, senza titolo “, ma solo sotto l’indicazione “Rettifica” a caratteri cubitali e i giornali non potranno esimersi dal pubblicarla.
Per quanto riguarda il diritto all’oblio, all’articolo 3 si legge: “L’interessato può chiedere l’eliminazione, dai siti internet e dai motori di ricerca, dei contenuti diffamatori o dei dati personali trattati in violazione di disposizioni di legge”. In caso di “morte dell’interessato gli eredi possono esercitare lo stesso diritto”.
Fortunatamente le querele di chi chiede un importo pesante a fronte di una diffamazione debole verranno punite.
Da un lato c’è la consultazione pubblica inerente alla bozza della Costituzione per Internet (ora di nuovo ferma), dall’altro una norma già pronta per il via libera dal Senato che già includerebbe lo stesso diritto all’oblio.
Per questo motivo, secondo molti, questa norma non ridisegna assolutamente nel modo più giusto la regolamentazione sul giornalismo italiano, campo da sempre contrastato.