Messina, dai tornelli alle porte girevoli: trasparenti a targhe alterne

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Se Buzzanca aveva fatto montare i tornelli all’ingresso di Palazzo Zanca, Accorinti sembra essere propenso all’installazione delle porte girevoli. Così pare, almeno, dopo l’assorbimento di 80 lavoratori ex Lsu, ex Feluca ed ex Ato3, pronti a migrare nelle partecipate di MessinAmbiente, Atm e Amam.

Quali siano le competenze che consentano un simile trasferimento resta un mistero, così come nebulosa risulta la volontà politica dell’Amministrazione. Ora, se le realtà controllate rispettivamente da Ciacci, Foti e Anastasi scoppiassero di salute, potremmo anche apprezzare il ragionamento di fondo, il trasferimento di risorse umane destinate a garantire maggior efficienza al sistema. Ma così non è: le suddette partecipate, ove non siano in liquidazione e pronte all’esubero dei propri dipendenti, restano carrozzoni malandati che a fatica cercano di risorgere. Da qui l’esigenza della Giunta, spacciata sino a ieri per verità rivelata, di affidare tutto a commissari esterni, a professionalità rinomate nel Nord Italia pronte a dare smalto alle vecchie strutture con piani di riforma organici. Da qui la volontà dell’Amministrazione di ridisegnare, nel medio periodo, il management dell’Azienda Meridionale Acque Messina.

Eppure tutto questo va in soffitta in nome dell’efficientizzazione. Signorino, difendendo la delibera adottata dalla Giunta, ha fatto qualche esempio concreto: chi fornisce l’erogazione idrica alla città (sic!) ha bisogno di vigilanza sugli impianti, di pulizia dei locali, di recupero crediti. Quindi anziché esternalizzare, anziché valutare le condizioni di mercato garantendo nuove assunzioni e  trasparenza, meglio ripescare una seconda volta quel personale già entrato nelle grazie di Palazzo Zanca senza concorso. Si è istituita, nei fatti, una seconda corsia preferenziale, che però Signorino rifiuta categoricamente di riconoscere: “abbiamo evitato di fare favori, valutando invece l’esistenza di diritti”.

E in tema di diritti chissà quali chiarimenti offrirà la Giunta in merito alle rimostranze dei lavoratori del Teatro Vittorio Emanuele, spalleggiati da Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo. L’idea d’istituire un albo delle maestranze e degli orchestrali escludendo chi ha un contenzioso con l’Ente è a tratti illuminante: magari non sarà dal basso, ma resta comunque una rivoluzione.

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