Reggina, devi crescere ma è la piazza che deve darsi una scossa. Reggio, torna con i piedi per terra!

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Ieri sera sul campo del Matera la Reggina ha rimediato una nuova sconfitta, la quarta in otto partite di questo campionato. Una sconfitta immeritata, perché in campo c’era stato molto equilibrio: il gol di Albadoro è arrivato a pochi minuti dalla fine (all’82°) sull’unico errore della difesa Reggina, che ha confermato inesperienza e ingenuità (che pasticcio Maita e Camilleri!). Ma la squadra ha dimostrato per l’ennesima volta autorevolezza e personalità: nonostante sia l’organico più giovane di tutta la categoria, e nonostante si giocasse in uno dei campi più difficili del campionato, nel primo tempo la Reggina ha tenuto sempre il pallino del gioco con possesso palla, supremazia territoriale e almeno tre nitide occasioni da gol (due con Insigne, una con Armellino), mentre i padroni di casa sono stati pericolosi solo con due cross dalla tre quarti senza mai riuscire a costruire una vera azione da gioco.

Nel secondo tempo la Reggina è calata, ma non aveva mai rischiato nulla fino appunto all’82°, quando la partita sembrava ormai incanalata verso il pareggio. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca perché uscire con un punto dalla bolgia di Matera sarebbe stato un ottimo risultato.

Quella di ieri sera, per la Reggina, è stata una partita normale, una sconfitta normale in un campionato normale. Una partita persa 1-0 contro una delle squadre più attrezzate del campionato, che però ha dovuto sudare sette camicie per avere la meglio degli amaranto. Eppure stonano i commenti dei “tifosi” (o pseudo tali) della Reggina (vedi immagine accanto), che ad una sconfitta normale, 1-0 contro una squadra come il Matera, reagiscono come se la Reggina avesse perso 10-0 contro il Bagaladi.

Reggio e i reggini devono darsi una scossa e tornare con i piedi per terra. Non è che solo per aver militato 9 anni in serie A, per giunta ormai molto tempo fa (sono passate 6 stagioni dall’ultima volta!), la Reggina non può perdere 1-0 a Matera! In quello stadio, contro il Matera, nella sua storia la Reggina aveva giocato altre sette volte. E non aveva mai vinto (6 pareggi, una sconfitta). Sempre in serie C. Perchè la storia della Reggina è fatta di lustri e lustri in serie C.

Dopotutto domenica scorsa la Reggina batteva il Cosenza 3-0 e allo stadio c’erano poco più di 3.000 persone. La sera in città, nei bar e nelle piazze, si parlava dei rigori di Juventus-Roma. La Reggina non interessa alla piazza, tanta gente non sa neanche quando e contro chi gioca, se vince fa finta di niente come se fosse scontato e normale, se perde si lascia andare a commenti clamorosi come addirittura “VERGOGNA” solo per un normalissimo 1-0 subito a Matera. Il pubblico reggino s’è fatto il palato fino in serie A ma è passato troppo tempo per non tornare a capire che la Lega Pro è la normalità. Con ieri sera (8 partite), la Reggina ha giocato in trasferta a Matera nella sua storia le stesse identiche volte che è andata a giocare in casa della Juventus. E le 4 partite perse quest’anno la Reggina le ha perse tutte a testa alta, 1-0 con Matera e Messina, 2-1 con la Juve Stabia e 2-0 con il Lecce, è stata sempre in partita, ha sempre tenuto il campo, non ha mai mollato, non ha mai subito tanti gol, non è mai stata umiliata.

E se ieri il Matera ha vinto, senza ombra di dubbio nella sua vittoria ha influito l’entusiasmo del pubblico: allo stadio della Città dei Sassi erano presenti 6.000 spettatori, più del doppio di quelli che ci sono al Granillo, eppure Matera è una città di 60.000 abitanti, un terzo dei residenti a Reggio Calabria. I biancazzurri sono orgogliosi di militare in Lega Pro, eventualmente accettano ogni tipo di sconfitta, e il loro pubblico è in grado di essere il 12° uomo in campo rendendo lo stadio una vera e propria bolgia e spingendo la squadra alla vittoria in ogni condizione, anche nelle partite più difficili come quella di ieri contro la Reggina. Non dimentichiamoci che il Matera qualche settimana fa è andato al San Filippo di Messina (dove poi i biancoscudati hanno battuto 3-1 la corazzata Lecce), e ha chiuso il primo tempo con il risultato di 0-5. E’ una squadra forte il Matera. E’ secondo in classifica, ha una società ricca e ambiziosa, punta al salto di categoria. E lo merita anche il suo pubblico.

A Reggio, invece, in tanti si sono dimenticati che un paio di mesi fa la società stava per fallire, che il calcio in città sarebbe scomparso. Il Presidente Foti ha salvato la Reggina in extremis, ha allestito una squadra in grande ritardo con tanti giovani del vivaio per disputare un campionato dignitoso, come quello che sta facendo. La Reggina non può tornare subito in serie B. Non ci sono le condizioni, non ci sono le risorse economiche, non lo merita la piazza e la tifoseria che non è all’altezza di spettacoli come Matera o anche Salerno, Lecce, Caserta, Benevento, Catanzaro, Foggia e anche altre.

Alla squadra e alla società si chiede umiltà. Ma è anche il pubblico che dovrebbe avere umiltà. Dovrebbe ritrovare affetto, tifo, passione, orgoglio. Dovrebbe tornare con i piedi per terra. Perché non sono 9 anni di serie A a poter ammaliare per sempre una piazza annullando ogni altro tipo di evoluzione. La Reggina ha 8 punti ed è a metà classifica, con tutti i loro limiti di inesperienza e gioventù i ragazzi che scendono in campo meritano pieno sostegno perché sudano la maglia e lasciano l’anima sul terreno di gioco.  E’ l’anno zero, dopotutto ci sono tanti spunti interessanti. Questi ragazzi devono crescere, la Reggina deve salvarsi e mantenere una categoria così importante per poi costruire una crescita futura nelle prossime stagioni. Il pubblico deve riavvicinarsi alla squadra, deve darsi una scossa, deve tornare con i piedi per terra. Deve accettare che si può perdere a Matera, che si può pareggiare col Barletta. La Reggina è sempre stata questa ed è questa anche oggi, con la differenza che una volta anche se perdeva a Matera e pareggiava col Barletta non le mancava quel sostegno e quel calore della tifoseria oggi molto più fredda e distaccata.

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