Reggio, il messaggio degli elettori: “la politica è una cosa seria”. Falcomatà è la speranza

StrettoWeb

Falcomatà ReggioIl messaggio è forte e chiaro: con la tornata elettorale di ieri, dopo due anni di commissariamento, i reggini hanno dato un segnale forte e preciso. Con un voto molto netto e polarizzato al 90% tra i due poli principali, la sinistra di Falcomatà e la destra di Dattola, hanno voluto evidenziare come “la politica sia una cosa seria“. Bocciati nel modo più crudo e brutale possibile, tutti gli altri candidati minori: erano in 7, con 12 liste, quasi tutte di protesta, avrebbero dovuto “spaccare il mondo” con una marea di candidature variegate e in alcuni casi davvero originali. Nessuno è riuscito non a vincere, ma neanche ad entrare in consiglio comunale; nessuno è riuscito ad esprimere un minimo di rappresentanza popolare. I reggini di sentono rappresentati solo ed esclusivamente dai partiti tradizionali, da destra e sinistra, tutto il resto non li attira.

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Partiamo dal basso: Francesco Anoldo Scafaria ha ottenuto 238 voti, lo 0,24%. La sua lista, il “Movimento Reggini Indignati”, 205 voti, lo 0,22%.
Poi c’è l’habitué Giuseppe Siclari, forte di 362 voti, pari allo 0,37%. La sua lista, il Partito Comunista dei Lavoratori, con 214 voti s’è fermato allo 0,22%.
Continuiamo a risalire la graduatoria, troviamo Aurelio Chizzoniti, consigliere regionale, ex Presidente del Consiglio Comunale durante la stagione del “Modello Reggio” di Scopelliti: ha deciso di candidarsi autonomamente, ha ottenuto 1.609 voti pari all’1,68%, ma la sua lista “Reggio nel Cuore” s’è fermata ad 890, pari allo 0,95%.
Poi c’è Giuseppe Walter Musarella, che a capo di una coalizione di due liste s’è fermato a 1.638 voti con l’1,71% delle preferenze. La lista Ethos ha ottenuto 900 voti (lo 0,96%), la lista “Alternativa Democratica” appena 434 (lo 0,46%).
Risalendo ancora la classifica troviamo Stefano Morabito, 1.871 voti pari all’1,96%, con 1.369 voti per la sua lista “Per un’altra Reggio”, ferma all’1,46%.

MOVIMENTO 5 STELLEFlop clamoroso per il Movimento 5 Stelle: il candidato Sindaco grillino Vincenzo Giordano s’è fermato a 2.381 voti, pari al 2,49%. La lista ha ottenuto 1.738 voti, pari all’1,86%, un tracollo davvero spaventoso rispetto ai 12.891 voti che in città erano fruttati il 21,2% alle europee del maggio scorso (appena 5 mesi fa!), e ancora più impressionante rispetto ai 24.747 voti che alle politiche del 2013 avevano reso il Movimento5Stelle il principale partito di Reggio con il 28,48%. In un anno e mezzo i grillini a Reggio hanno perso 23.000 voti, hanno perso il 27% delle preferenze. Insomma, la meteora politica più veloce della storia.

Paolo Ferrara votoContinuiamo a risalire la classifica e arriviamo al terzo posto, il grande escluso: Paolo Ferrara almeno un seggio lo meritava, perché è stato l’unico a fare politica tra la gente in questi due anni di commissariamento. Ma evidentemente la fuoriuscita dalle coalizioni tradizionali l’ha penalizzato, nonostante abbia ottenuto 3.025 voti come candidato a Sindaco, pari al 3,17%. In qualsiasi lista delle varie coalizioni principali, sarebbe stato eletto consigliere comunale. Ha pagato, però, la debolezza delle sue 5 liste, che si sono fermate a 2.706 voti, con un 2,90% che non gli consente, per circa 100 voti, di superare la soglia di sbarramento e quindi di entrare in consiglio comunale. Sarebbero bastate un centinaio di preferenze in più per far scattare il seggio. La lista civica del suo movimento, “Liberi di Ricominciare”, ha ottenuto 1.524 preferenze pari all’1,63%, molto male tutte le altre con 530 voti a “Forza Reggio” pari allo 0,56%, 434 voti a “Libertà Esigenze Sociali” pari allo 0,46%, 150 voti alla “Lista del Grillo parlante” pari allo 0,16% e infine 68 voti alla lista “Libertas Democrazia Cristiana”, pari allo 0,07%.

Lucio-DattolaArriviamo così ai due schieramenti principali, alle due coalizioni. Il centro/destra ha pagato a caro prezzo l’astensionismo del proprio elettorato, che evidentemente non è stato trascinato e appassionato dalla figura di Lucio Dattola, un candidato sbagliato, fallimentare, perdente come su StrettoWeb avevamo già scritto in tempi non sospetti, quando ancora la sua candidatura non era ufficiale. L’affluenza alle urne è stata bassissima, del 65%, un record senza precedenti, di dieci punti più bassa rispetto al precedente minimo storico che risaliva al 2011, un dato di quasi venti punti più basso rispetto allo straordinario plebiscito che portò Scopelliti nel 2007 a conquistare il 70% delle preferenze con 83.700 voti e con un’affluenza alle urne superiore all’82% della cittadinanza.

lucio dattolaOggi, invece, con appena 26.070 voti, pari al 27,3% delle preferenze, Dattola batte un triste record e diventa il candidato di centro/destra meno votato della storia della città di Reggio. Il confronto, ovviamente, non può valere se prendiamo come riferimento i numeri di Scopelliti nel 2002 e nel 2007 o di Arena nel 2011, ma persino tornando indietro negli anni, nel 2001 quando fu rieletto Italo Falcomatà con il 57,7% delle preferenze, il suo sfidante di destra Antonio Franco raggiunse comunque il 37,4% con 39.415 voti, e prima ancora nel 1997 quando a vincere fu  Italo Falcomatà con il 52,9% dei voti, il suo sfidante di centro/destra Antonino Monorchio raggiunse comunque un dignitosissimo 40,5% con 44.739 voti. E l’avversario era Italo, non uno qualunque. Persino contro di lui, il centro/destra riusciva ad ottenere molti più voti di oggi in città.

reggio calabria elezioni spoglio comunali urna seggio (12)E’ evidente come decine di migliaia di elettori di quest’area politica, abbiano preferito rimanere a casa, storditi da quanto accaduto negli ultimi anni, probabilmente delusi dall’epilogo della stagione di Scopelliti al Comune e alla Regione, certamente distanti anni luce dalla figura di Lucio Dattola e dai partiti che avrebbero dovuto lavorare sulla propria gente per darne una speranza e tracciare una strada, invece si sono soltanto arrovellati per giustificare gli errori del passato lasciando il futuro agli avversari.
Insomma, chi semina vento raccoglie tempesta. I record numerici di queste elezioni reggine sono due: l’astensionismo senza precedenti, e il clamoroso flop del centro/destra, mai così in basso nella storia della città con un candidato debole frutto di una situazione di “rotta” tra i partiti principali che non l’hanno scelto per una questione di merito, ma soltanto per una strategia a cui s’è arrivati a seguito di questioni meramente personali.

Scopelliti04All’interno della coalizione bisogna comunque evidenziare come il centro/destra reggino resta ancora oggi aggrappato ad un unico leader, quel Giuseppe Scopelliti tanto discusso e finito dalle stelle alle stalle negli ultimi anni tra Comune e Regione. Ormai fuori da ogni partito, ha costruito una lista civica “Reggio Futura” frutto dell’impegno dei suoi uomini, e ha dato il contributo più grande alla causa, con 8.821 voti, più di quelli che aveva ottenuto personalmente alle Europee. Un 9,46% per una lista autonoma, “ad personam”, senza alcun riferimento ideologico, senza alcuna struttura di partito, sono un risultato straordinario anche perché è la prima lista di tutto il centro/destra, e la seconda di tutta la città, preceduta esclusivamente dal Pd. Molto deludente, invece, Forza Italia che non supera l’8,4%, e il Nuovo Centro/Destra che senza Scopelliti praticamente non esiste più, ha raggiunto il 3,2% ed elegge soltanto un consigliere comunale, forse l’ultimo “marchio” di un partito ormai finito che alle Regionali ha pagato il proprio trasformismo ed è stato costretto a candidarsi autonomamente dopo i rifiuti prima di Oliverio e poi della Ferro, che non l’hanno voluto nella loro coalizione “per poi evitare di farci ricattare“, e così per i centristi che fanno capo a Gentile e D’Ascola entrare a Palazzo Campanella sarà praticamente impossibile. Ma questa è un’altra storia e avremo modo di parlarne nelle prossime settimane.

Falcomatà 01Completiamo la nostra risalita della classifica e troviamo la coalizione di centro/sinistra con Giuseppe Falcomatà: un trionfo superiore ad ogni aspettativa con il 61% delle preferenze per il candidato sindaco e il 62,7% per le liste. Numeri straordinari per il Partito Democratico che vola al 16,4% e che si vede seguito dalle sue due costole, “Reset” all’8,4% e “La Svolta” all’8,2%. Molto bene anche il Centro Democratico, “A testa alta per Reggio”, Officina Calabria e “Oltre”. Deludono, invece, e rimangono fuori dal consiglio comunale, il Partito Repubblicano di Nucara e la lista di “Sinistra per Reggio”, che hanno portato 1.500 voti ciascuno alla coalizione. Oggi in Falcomatà c’è la speranza della città: ha vinto perchè è giovane, a 31 anni è diventato il Sindaco più giovane della storia della città.

Falcomatà02Ha vinto forse anche perchè è il figlio di Italo, ha vinto perchè non ha avuto rivali all’altezza, ha vinto perchè ha il programma migliore, l’unico che guarda al futuro, che disegna un’idea positiva di città, che fa sognare, che non esprime pessimismo e negativismo. Una “svolta” tipicamente renziana, insomma, in un Partito Democratico fino a poco tempo fa abituato, durante la stagione del “berlusconismo” (e a Reggio dello “scopellitismo”) soltanto a demolire tutto ciò che faceva il centro/destra criticando a priori qualsiasi iniziativa, qualsiasi progetto, qualsiasi idea degli avversari. Falcomatà ha avuto il merito di mettere da parte questo spirito nefasto, e forte della sua gioventù non ha potuto fare altro che immaginare un percorso di crescita e sviluppo che vuole riportare la città ai fasti di un tempoAttenzione, però, a considerare già iniziata la “nuova Primavera” di Reggio: Falcomatà è solo all’inizio, e adesso per lui inizia la parte più difficile. E’ pressato da aspettative straordinarie, forse eccessive. Non è dotato della bacchetta magica. Sicuramente è favorito dal fatto che raccoglie una città in macerie dopo due anni di disastroso commissariamento, e che quindi basterà poco per farsi apprezzare. Ma deve fare attenzione, perchè Reggio l’ha già dimostrato: la città si innamora facilmente, ma se ne tradisci la fiducia e ne illudi le speranze, prima o poi ti porta il conto da pagare.

In bocca al lupo, Giuseppe.

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