“L’ultimo rapporto annuale della Banca d’Italia delinea una Calabria ancora in forte recesso, dove gli unici segnali positivi provengono dal comparto agroalimentare e quello culturale. Lo studio indica la dipendenza fatale dalla spesa pubblica come una tra le cause di questa lenta ripresa. Le risorse del Comune sono limitate e nel loro utilizzo sarà data priorità alla risoluzione delle incalzanti emergenze che attanagliano la nostra città. Ciò è necessario, certo, ma si rischia il collasso del welfare e di quel sistema cultura rivelatosi locomotiva della nostra economia”.
Francesco Ventura, candidato indipendente “Insieme a Dattola”, crede che il Comune debba essere la “mano invisibile” per coniugare mercato e terzo settore, un intermediario in grado di rilanciare l’iniziativa privata partendo dalla valorizzazione del territorio e di ciò che è già esistente, come musei e teatri, procedendo verso politiche capaci di integrare gli interessi pubblici con quelli individuali.
“Io guardo alle imprese per sostenere quegli interventi per cui il Comune non avrà i fondi, chiedendogli di investire parte del loro bilancio. Non è mecenatismo, ma pura economia e si chiama meccanismo della responsabilità sociale d’impresa, un sistema collaudato, funzionante ed appetibile per l’imprenditore – spiega Ventura – Immaginiamo un albergo interessato ad incrementare i flussi turistici, finanzierebbe di buon grado un’associazione capace di rendere fruibili i siti archeologici che costellano i Bronzi di Riace, trasformando l’intera città in un grande Museo Nazionale. Poi, grazie al meccanismo della responsabilità d’impresa, l’imprenditore che aderisce a questo sistema accede anche a degli sgravi fiscali sulle somme investite, cosa resa ancora più apprezzabile visto il generale aumento delle imposte – conclude Ventura – Il Comune dovrà sensibilizzare gli imprenditori su queste buone pratiche, procedendo con una programmazione sinergica assieme al terzo settore per offrire dei piani di investimento. Insomma, indicare l’associazione giusta all’imprenditore giusto, in modo da amplificare l’efficacia di questi interventi privati. Tutto ciò richiederebbe solo un potenziamento della regolamentazione relativa all’albo delle associazioni comunali, dopodiché fondi e benefici potrebbero essere realtà già in un trimestre. La cultura a Reggio crea reddito, sostenerla sarà un affare per i reggini”.