Un rimborso è per sempre: in Sicilia va in scena la fiera dello sperpero

StrettoWeb

arsTanto varrebbe mettere le cose in chiaro, una volta per tutte. Il federalismo all’italiana ha fallito: lungi dall’avvicinare le istituzioni ai cittadini secondo il modello anglosassone, ha esasperato gli sprechi, moltiplicato gli enti statali e para-statali in grado di elargire cotillon alle clientele. Ha fallito nel nord della penisola, dove l’Expo è divenuto manna dal cielo ancor prima d’iniziare, ed ha fallito nel sud, dove lo Stato è l’unica impresa autorizzata a produrre ricchezza. E proprio dal profondo sud, dalla Sicilia, suonano le campane del de profundis, se è vero com’è vero che in tempi di spending review i parlamentari regionali hanno ben pensato di riconoscere maggiore elasticità ai loro rimborsi.

Il nuovo regolamento per le spese di rappresentanza pesa come una pietra tombale sull’autonomia dello statuto speciale. Con un’abile manovra, i rappresentanti all’Ars hanno conseguito un risultato di tutto rispetto: hanno sancito che le suddette spese non dovranno più essere approvate dal Presidente dell’Assemblea, essendo ipso facto approvate a norma di regolamento. Viene a mancare, così, l’ultimo baluardo, l’ultimo argine che poteva costituire un legittimo controllo, ancorché blando. Come se i Fiorito o le mutande verdi rappresentassero esperienze oniriche o dell’era mesozoica.

Ma di quali spese parliamo? L’Assemblea si è voluta tenere le mani libere: in presenza di una regolare rendicontazione, i rimborsi scatteranno nei confronti delle uscite destinate a valorizzare il ruolo della rappresentanza istituzionale. Dietro questa formula generica si può leggere ogni atto: dal viaggio alle cene, dai soggiorni all’estero ai cadeau nei confronti degli ospiti (purché tali atti simbolici “derivino da confermata consuetudine o per motivi di reciprocità“, ci mancherebbe).

E’ la fiera dello sperpero, celebrata all’indomani di un braccio di ferro ingaggiato dal Presidente del Consiglio con gli enti locali. Un colpo di coda, messo nero su bianco a fine luglio, per porre a riparo quei pochi spiccioli rimasti. E pazienza se il patto di stabilità pone vincoli austeri, se il debito pubblico galoppa come Varenne ai bei tempi, se il qualunquismo e l’antiparlamentarismo si diffondono a vista d’occhio. Finché il fondo del barile può essere raschiato, bisogna cogliere l’opportunità. Come scriveva Saul Bellow ne Le avventure di Augie March “Nel fondo della sventura, siate elastici”.

Condividi