“La delicatezza dell’attuale momento nelle relazioni industriali nel contesto del porto di Gioia Tauro dovrebbe suggerire a tutti gli attori, nessuno escluso, equilibrio e misura nelle gestione di una crisi certamente dolorosa per tutte le parti in causa”. E’ quanto si legge in una nota di Confindustria Reggio Calabria, in relazione agli ultimi sviluppi della vertenza tra i dodici lavoratori che hanno ricevuto il preavviso di licenziamento e le società terziste presso le quali tali addetti lavoravano.
“E’ motivo di profondo rammarico rilevare che non abbia avuto esito favorevole la procedura di conciliazione che, nell’arco di un mese, si sperava potesse produrre un diverso epilogo della vicenda. Adesso sarà il giudice del lavoro a dirimere questa controversia che, tuttavia, è bene precisarlo, ha visto gli imprenditori interessati rispettare pienamente le disposizioni previste dalla vigente normativa, la cosiddetta legge Fornero”.
Ad avviso degli industriali reggini, “la drastica riduzione delle commesse per la società a supporto della quale lavorano le imprese di rizzaggio integra la fattispecie del giustificato motivo oggettivo che sta alla base dei licenziamenti. Le imprese di rizzaggio non avevano imprenditorialmente alcuna alternativa possibile. Le stesse imprese già da marzo scorso avevano posto sul tavolo la questione con le organizzazioni sindacali, evidenziando la diminuzione delle attività all’interno del porto e l’aumento del costo del lavoro, per effetto della contrattazione di secondo livello stipulata a settembre 2013. In questo senso, appaiono immotivati e, per certi aspetti, inconferenti i riferimenti di alcuni importanti rappresentanti del mondo sindacale alla principale società terminalista del porto di Gioia Tauro. Medcenter, peraltro, attraverso il suo direttore del personale, si è adoperata da subito come mediatore della vertenza, nell’ottica di un buon funzionamento del sistema porto. Mct rappresenta un patrimonio davvero molto importante per il nostro tessuto industriale, ed è una realtà imprenditoriale tra le più virtuose nel novero di quelle operanti in uesto territorio. Ecco perché non solo non condividiamo i giudizi negativi che sono stati espressi, ma ribadiamo la necessità che in Calabria esistano aziende sempre più vicine al modo di operare di Mct. Quanto alla sorte dei lavoratori a cui è stato irrogato il licenziamento, esprimiamo ancora una volta la nostra vicinanza umana e la comprensione delle loro ragioni. Ma viviamo una fase economica molto complessa e l’ultima cosa che un imprenditore vorrebbe fare è mandare a casa i suoi dipendenti. Anche la rivendicazione di diritti soggettivi non può prescindere dalla tutela di un superiore interesse collettivo, dell’ordine pubblico e del rispetto di un codice comportamentale e dialettico che non esasperi tensioni già troppo alte”.