“Una scelta doverosa, maturata sia in segno di rispetto per gli altri candidati del partito, sia come gesto opportuno per garantire che la sfida elettorale si costituisca entro i margini di un’unitarietà troppe volte venuta meno.
I candidati hanno il compito di costruire un rapporto crescente con l’elettorato e con ogni singolo elettore, ma il Pd e tutti i suoi dirigenti nessuno escluso devono restare, senza alcun equivoco né ombre, lo strumento che continua a costruire le condizioni generali in cui il consenso diventa credibile garanzia per il futuro.
Guai a dare l’impressione che il Pd sia una macchina elettorale al servizio dei propri dirigenti anziché una comunità creativa e libera che senza impacci vede protagonisti tutti i suoi iscritti nel far crescere interessi politici, culturali e ideali più larghi.
Consapevole che gli impegni assunti e portati avanti dentro il Partito Democratico non siano legati a una carica politica, ma al contrario, maturati da tempo e sviscerati già negli anni di servizio dentro il PD, restino immutati nelle idee e nelle scelte”.