Il presidente dell’associazione degli Industriali, Andrea Cuzzocrea, pone l’accento sulla «evidente contraddizione che, anche in queste settimane, continua a esistere tra le affermazioni di principio e il concreto impegno del mondo politico. Per anni, e indistintamente da tutti i partiti, ci siamo sentiti dire che il porto è fondamentale per il futuro della Calabria. In realtà queste parole sono state ripetute come un mantra, in maniera meccanica, ma se dobbiamo essere sinceri ci è parso senza un’effettiva conoscenza dei problemi di questa grande infrastruttura».
Adesso, al di là di qualche dichiarazione d’intenti, i candidati alla guida della Regione non sembrano occuparsi affatto di Gioia Tauro, e per Cuzzocrea anche questo è «fonte di preoccupazione, perché gli investimenti sul porto e sull’area retroportuale sono con ogni probabilità gli unici in grado di garantire una svolta immediata e fondata sull’economia reale per il nostro territorio». In questo senso, il presidente di Confindustria Reggio Calabria esprime «rammarico» ma al tempo stesso manifesta «apertura e disponibilità a tutti i candidati, nell’ambito di un rapporto di leale, ma anche schietta, collaborazione istituzionale, affinché la politica economica della Regione sia orientata verso la soluzione dei problemi correlati al porto e trasformi Gioia Tauro nel capoluogo economico della Calabria».
Per Andrea Cuzzocrea, «quanto recentemente affermato dall’amministratore delegato di Medcenter, Domenico Bagalà, traccia una sorta di road map da seguire, con la fondamentale esigenza di puntare sulla costituzione della Zona economica speciale che – prosegue il presidente dell’associazione di Via del Torrione – ha prodotto nel bacino del Mediterraneo dei veri e propri “miracoli” in termini di sviluppo industriale. Basti pensare a Tangeri dove la lungimiranza del re del Marocco ha determinato, in ragione del sistema di agevolazione fiscale, la nascita di 350 nuove imprese nell’arco di pochi anni. La Calabria, essendo ancora una regione che rientra nell’ambito dell’ex Obiettivo Convergenza dell’Unione europea, può ottenere questo beneficio senza violare i divieti di aiuti di Stato stabiliti da Bruxelles. Se a questo si aggiungessero gli investimenti, mai attivati, dell’Apq sul polo logistico-intermodale, Gioia Tauro e la Calabria cambierebbero volto e produrrebbero ricchezza in grado di far uscire dalla crisi l’intero Mezzogiorno. Ma se la burocrazia continuerà a paralizzare anche i pochi ma concreti segnali arrivati dal mondo politico-istituzionale, le conseguenze saranno drammatiche». Andrea Cuzzocrea conclude auspicando «un incontro con i candidati alla Regione a Gioia Tauro, coinvolgendo sia MCT che le altre imprese interessate a investire in quell’area, per un’analisi comune dei problemi e delle opportunità, e per far uscire la Calabria dalla condizione fotografata dall’ultimo rapporto Svimez».