Messina, emergenza rifiuti. Ciacci si incatena a Palermo: “si rischia il dramma”

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La chiusura della discarica di Mazzarrà ha spinto Alessio Ciacci ad un gesto eclatante: incatenarsi alla Presidenza della Regione Sicilia. Le motivazioni che stanno dietro questo atto simbolico le ha spiegate lo stesso commissario di MessinAmbiente: “Lo faccio per i lavoratori  che saranno costretti a lavorare con i rifiuti a terra. Per una città che non merita di essere condannata al disastro ambientale. Per chiedere che partecipazione, trasparenza, sostenibilità entrino sempre di più nell’agenda di questa Regione“. Insomma, un manifesto politico.

Sul piano tecnico, che poi sarebbe quello che gli compete, Ciacci detta la linea a Crocetta: “Chiedo un tavolo regionale con i comuni e le principali aziende pubbliche perché possiamo scrivere tutti, da protagonisti, una nuova pagina sulla sostenibilità in Sicilia. Stiamo ritardando la partenza della raccolta differenziata perché gli impianti di compostaggio sono quasi tutti chiusi e nemmeno questo è accettabile”.

Già, eppure si sapeva da tempo che la discarica di Mazzarrà fosse finita nel mirino dell’autorità giudiziaria, si sapevano i rischi e la possibilità concreta di assistere ad un sequestro della struttura. Nei mesi trascorsi non sono state studiate strategie alternative: si è attesa l’emergenza per poi andare nel capoluogo a reclamare un intervento tempestivo. Così, per ammissione dello stesso commissario della partecipata, “ogni giorno si accumuleranno circa 300 tonnellate di scarti a terra. E’ una situazione che rischia di diventare drammatica, pericolosa e estremamente costosa per la città”.

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