E’ una collaudata strategia di comunicazione: si lancia il cuore oltre l’ostacolo, si abbracciano grandi temi di carattere universale e si trascurano i dettagli della routine quotidiana. Sarebbe bello avere i granai pieni, certo, ma se anche i serbatoi fossero zeppi d’acqua il messinese non sarebbe affranto (copyright Giuliano Ferrara). Sarebbe bello vivere senza strumenti di morte, ovviamente: si potrebbero bandire per sempre, con una moratoria, le buche sul manto stradale della Panoramica, quei crateri che minacciano quotidianamente la vita degli automobilisti. Ecco: Accorinti dovrebbe guardare meno a Washington e prestare maggiore attenzione a Palazzo Zanca.
Perché se il suo movimento decide di celebrare l’Ora di silenzio per la Pace in concomitanza con la festa dei nostri uomini in divisa, è la posizione di una data realtà politica, condivisibile o meno. Ma il primo cittadino sfortunatamente rappresenta tutti, siede su uno scranno istituzionale e ha il dovere di rispettare il sacrificio di quegli uomini e di quelle donne che, svolgendo la loro funzione, consentono ai funzionari dello Stato di disporre della libertà necessaria per esercitare la propria autorità in un contesto d’ordine e sicurezza. Dire no alla guerra è sacrosanto, dire riduciamo i finanziamenti destinati alle spese militari è discutibile, sventolare la bandiera della pace domani in Piazza Unione Europea è sciocco. Il tricolore, almeno in queste circostanze, potrebbe unire tutti, di là dalle t-shirt filo-tibetane.