Messina, smantellano il Piemonte per favorire l’Ospedale di Catania: Picciolo e Formica alzano il tiro

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10807815_10204397121921458_652586821_nIl futuro dell’Ospedale Piemonte è ancora avvolto nel mistero, ma a Palermo qualcosa si muove. La notizia, trapelata ieri, con cui l’Assessorato regionale rispediva di fatto ai mittenti la proposta di integrare il nosocomio di Viale Europa con il Centro Neurolesi Bonino-Pulejo ha sollevato l’ira di chi quel progetto lo aveva ideato e redatto. Nella fattispecie i deputati all’Ars Beppe Picciolo (Pdr) e Santi Formica (Fi), d’intesa con Franco Rinaldi (Pd) e Marcello Greco (Pdr), hanno espresso stupore e rammarico per la decisione disposta da Lucia Borsellino.

Sollevando il punto in conferenza stampa stamane, i due hanno delineato meglio i confini della vicenda. Formica ha infatti fornito un interessante retroscena: il parere tecnico firmato dal Capo di Gabinetto, il dott. Giuseppe Amato, con cui si criticava il ddl presentato in Commissione Sanità è stato misconosciuto dallo stesso dirigente. “Mi ha detto lui stesso di non condividere una sola parola di quanto c’era scritto in quell’atto” ha raccontato l’esponente di Forza Italia di fronte ai giornalisti. Di più: dichiarandosi vincolato dall’Assessore a prendere la paternità della scheda tecnica, Amato avrebbe privatamente manifestato il proprio personale disagio. Il parere, lungi dall’essere un atto puntuale, costituisce – a giudizio di Formica – una “lettera priva di logica”. Giudizio condiviso da Beppe Picciolo, che ne ha anche evidenziato gli elementari errori lessicali.

Santi FormicaMa perché il Piemonte viene preso di mira in nome del decreto Balduzzi? Formica ha fornito una risposta politica. “E’ una questione d’interessi – ha suggerito il parlamentare – e lo testimoniano i fatti. Dovremmo valutare la funzionalità della struttura, invece ne contestiamo la dizione. La verità è un’altra: la nascita dell’Ospedale San Marco a Catania ha comportato un maxi-investimento di 120 milioni di euro legati a 600 posti letto. Come si possono recuperare tali numeri? Chiudendo il Piemonte, poi l’ospedale di Barcellona, Ribera, Alcamo e Mazzarino. Questa è la logica”. Non è mancata una stoccata al democratico Filippo Panarello: Formica ha sottolineato come la contraddizione nel suo ragionamento sia stridente, vieppiù se si considera che per stanare la Giunta regionale si rischia di defraudare la città dell’ennesimo polo sanitario.

Anche Picciolo non è andato per il sottile: “da quando la Regione si arroga il diritto d’interpretare norme ministeriali? Non sarà che qualcuno intende sacrificare l’offerta sanitaria locale per agevolare gli interessi di qualche azienda del nord?”. Consequenziale la conclusione: “è una questione politica. Sono pronto ad andare, come capogruppo, contro il mio Governo, perché i patti sono scritti e vanno rispettati”.

ospedale-piemonte-messinaSollecitato a intervenire sulle sorti dell’ospedale, il sindaco – Renato Accorinti – ha espresso il proprio apprezzamento per la posizione unitaria cui si è giunti. “Ho chiamato nuovamente la Borsellino – ha rivelato nella sala consiliare – perché il sindaco, pur nelle sue competenze ridotte, non intende trascurare la difesa della sanità”.

Sulla fattibilità o meno dell’integrazione con l’IRCCS, l’ultima parola è spettata a Dino Bramanti, già direttore scientifico del centro: “Abbiamo la possibilità di adeguare la struttura ad una diversa e migliore richiesta d’assistenza. E’ un processo tecnico: l’IRCCS è un ente pubblico, autonomo, che può procedere all’accorpamento. Basti pensare ai numerosi esempi diffusi in Italia. Questo è un progetto innovativo che dà risposte a domande sinora inascoltate. Noi non ci tiriamo indietro”.

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