Sollevando il punto in conferenza stampa stamane, i due hanno delineato meglio i confini della vicenda. Formica ha infatti fornito un interessante retroscena: il parere tecnico firmato dal Capo di Gabinetto, il dott. Giuseppe Amato, con cui si criticava il ddl presentato in Commissione Sanità è stato misconosciuto dallo stesso dirigente. “Mi ha detto lui stesso di non condividere una sola parola di quanto c’era scritto in quell’atto” ha raccontato l’esponente di Forza Italia di fronte ai giornalisti. Di più: dichiarandosi vincolato dall’Assessore a prendere la paternità della scheda tecnica, Amato avrebbe privatamente manifestato il proprio personale disagio. Il parere, lungi dall’essere un atto puntuale, costituisce – a giudizio di Formica – una “lettera priva di logica”. Giudizio condiviso da Beppe Picciolo, che ne ha anche evidenziato gli elementari errori lessicali.
Anche Picciolo non è andato per il sottile: “da quando la Regione si arroga il diritto d’interpretare norme ministeriali? Non sarà che qualcuno intende sacrificare l’offerta sanitaria locale per agevolare gli interessi di qualche azienda del nord?”. Consequenziale la conclusione: “è una questione politica. Sono pronto ad andare, come capogruppo, contro il mio Governo, perché i patti sono scritti e vanno rispettati”.
Sulla fattibilità o meno dell’integrazione con l’IRCCS, l’ultima parola è spettata a Dino Bramanti, già direttore scientifico del centro: “Abbiamo la possibilità di adeguare la struttura ad una diversa e migliore richiesta d’assistenza. E’ un processo tecnico: l’IRCCS è un ente pubblico, autonomo, che può procedere all’accorpamento. Basti pensare ai numerosi esempi diffusi in Italia. Questo è un progetto innovativo che dà risposte a domande sinora inascoltate. Noi non ci tiriamo indietro”.