Per stamane, sono previste anche le deposizioni dell’ex ministro della giustizia, Giovanni Conso, e dell’ex dirigente del Dap, Adalberto Capriotti; mentre domani dovrebbero testimoniare a giudizio l’ex presidente della Camera Luciano Violante e Nicolò Amato. Al centro delle audizioni c’e’ la questione della revoca del 41 bis, nel 1993, per oltre 300 mafiosi.
Per quanto riguarda Ciampi e Conso, considerando questioni anagrafiche e di salute, si potrebbe presentare la possibilità che inviino un certificato medico ai giudici e non si presentino. Qualora ciò accadesse, con il consenso delle parti, sarebbe possibile acquisire i verbali con le dichiarazioni rese ai pubblici ministeri, come nel caso del processo del tribunale di Palermo, anche quello nisseno riguarda la trattativa fra Stato e mafia, alla quale Paolo Borsellino si sarebbe opposto. Il no del giudice potrebbe essere un movente del suo omicidio, avvenuto il 19 luglio del 1992. Conso ha già detto che la decisione di far scadere il 41 bis fu presa in perfetta autonomia e ha escluso che fosse stata usata come contrappeso nella trattativa con i boss di Cosa Nostra per mettere fine alle stragi.
Comunque sia, la Procura sarebbe tenuta a chiedere all’ex ministro e a Ciampi se all’epoca dei fatti fossero stati a conoscenza del clima di fermento attorno al carcere duro e del famoso blackout di Palazzo Chigi nella notte del 27 luglio 1993: immediatamente dopo le bombe a Roma e Milano, per due ore e mezza, nella sede del governo, non funzionarono luce e telefono.