Alta tensione in città: chi vuole regalare Messina alla Lega Nord?

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Mi rendo conto che le umane simpatie influenzino la vita di ciascuno di noi. Figuriamoci quanto possono le umane antipatie. E tuttavia la diatriba in atto fra Prefettura e Comune non giova alla città. Anzi: è addirittura controproducente poiché rivela un cortocircuito istituzionale che rischia di vanificare ogni sforzo compiuto nel tentativo di normalizzare Messina, financo dal punto di vista calcistico.

Di problemi ne abbiamo fin troppi, primo fra tutti quello della disoccupazione giovanile, un dato trascurato dalla classe dirigente di ieri e di oggi, uomini e donne in giacca o in t-shirt che spesso hanno dato l’impressione di tirare a campare per non tirare le cuoia. Il pacifico Accorinti è riuscito a litigare con mezzo mondo: dai sindacati agli esercenti, dagli industriali agli autotrasportatori, per non parlare del Consiglio Comunale. Potrà anche avere tutte le ragioni del mondo, starà anche attuando una profonda rivoluzione, ma davvero l’uomo che venera Ghandi vuole passare alla storia come il sindaco litigioso?

Intendiamoci, le responsabilità non sono soltanto sue. L’assenza del Comune al tavolo tecnico con gli armatori, voluto a suo tempo da Trotta, è stato senza dubbio un gesto poco elegante da parte del Prefetto. Il punto, però, è uscire da questo gioco di scimitarre. Potremmo riflettere sul peccato originale, sugli epiteti lanciati da Mantineo all’indirizzo del rappresentante del governo. Potremmo biasimare la scelta di Trotta di non partecipare alla cerimonia della Vara, se non dall’alto degli uffici governativi. Potremmo proseguire su questa china. Rischieremmo, in tal modo, di alimentare una serie di recriminazioni che nulla portano alla città, se non una ventata di veleno che inquina l’aria e imputridisce l’ambiente istituzionale. Qualche settimana fa, nei corridoi di Palazzo Zanca, un cittadino esponeva un cartello minaccioso: se continuate così, voteremo tutti Salvini. Ora, chi vuole regalare Messina alla Lega Nord?

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