Il tenere gli occhi puntati sulle questioni planetarie, acuisce il senso della perdita delle radici, e, con essa, l’appartenenza ad una cultura propria, e questo è il punto di partenza di un desolante cupio dissolvi nella massificazione più esasperata. Per contro, il recupero di identità è simile al recupero degli antichi dialetti: che non deve, però, tradursi in una sorta di convention ad escludendum da utilizzare per far riemergere obsoleti e pericolosi campanilismi, ma come momento di confronto per una storia dei popoli che non sia la storia delle date, delle guerre: delle classi dominanti, insomma. Non neo-populismo, certo, ma recupero della dimensione umana. Peraltro, la compilazione dei catasti non fu né semplice né salvifica. I soliti “poteri forti” giocarono fino in fondo la carta delle interpretazioni a proprio tornaconto delle disposizioni normative: soggettività degli estimatori dei fondi in perenne stato di sudditanza verso il potere, dilatazione indebita dell’incidenza dei pesi in detrazione, dichiarazioni truffaldine sulla composizione dei nuclei famigliari, occultamento di proprietà terriere, ecc., sminuirono fortemente lo spirito innovativo iniziale, che puntava ad un riequilibrio della distribuzione della pressione fiscale. La Calabria non fu da meno del resto del regno, e nemmeno il catasto di Bovalino fu immune, quantomeno, da furbizie, imprecisioni ed omissioni, più o meno volute: sorprendentemente, però, in molti aspetti risulterà paradigmatico di una intera regione e la sua lettura aprirà uno squarcio sulla comprensione di larghi settori della società calabrese del Settecento.
Nota biografica
Pino Macrì nasce a Bovalino (RC) nel 1955. Vive e lavora a Locri. Dopo studi liceali classici, si è laureato in Ingegneria all’Università della Calabria. Appassionato di storia della Calabria e della Locride in particolare, ha coltivato a lungo interessi verso la geografia storica e la cartografia antica, sia terrestre che nautica, collezionando carte in originale e in digitale della Calabria e del Regno di Napoli, fino a costituire forse la più corposa raccolta ad oggi esistente. Dal 2009 è socio della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.