Così scrive Nino Spirlì, responsabile Dipartimento Cultura Forza Italia della Regione Calabria in una nota che divulghiamo integralmente.
“La decisione è un’altra punizione ad un territorio che cerca di risollevarsi, di ritrovare antiche dignità, ma che viene continuamente schiaffeggiato proprio da quello Stato di cui è parte integrante e che dovrebbe difenderlo e tutelarlo da ogni possibile attacco di nemici interni e non.
Come si può chiedere al popolo dei calabresi di credere nelle promesse e nelle dichiarazioni di amicizia e paternità da parte dello Stato che, poi, invece, lo abbandona e lo priva di ogni ricchezza e di ogni strumento per agire?
Già in passato in Calabria c’era una sola Soprintendenza BAP, e una sola per il patrimonio Storico, Artistico ed Antropologico, ed avevano sede a Cosenza. Fu un disastro!
Si vuole assumere anche Lei questa responsabilità, Ministro? Vuole essere ricordato come colui che calò la Calabria nella tomba, una volta per tutte? Vuole dare il nome ad un tipo di funerale della Cultura? Il funerale Franceschini? O non sarà il caso di occuparsi di resurrezione?
La terra di Calabria ha bisogno di fiducia e amicizia, nonostante certi amministratori, Suoi colleghi della politica. Perché la fiducia e l’amicizia sono gli elementi su cui può e vuole poggiare la propria rinascita. Ci sono schiere di giovani volenterosi, intellettuali finissimi, che rimangono in Calabria e pretendono di lavorare per la propria terra: a loro non può negare la Sua attenzione.
E l’Arte, la Cultura e l’Ambiente sono tre terreni di coltura su cui possono contare per eredità dei Padri e dono di Dio. Render loro difficoltosa l’azione può, a mio parere, demotivare e, infine, convincerLi che non valga la pena di lottare o, semplicemente, di proporre.
Non dimentichi, poi, Ministro, che Reggio Calabria è Città Metropolitana e che assieme alla dirimpettaia Messina è già inserita fra le papabili per la nomina a Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO: pensi quanto sarà necessario il lavoro in loco della Soprintendenza.
Che dire, Ministro? Rifletta e decida secondo sensibilità e buonsenso. La Calabria aspetta. Ma, stavolta, non starà a guardare. Diciamo, in confidenza, che non ha più voglia di subire.”