Un luogo storico che è stato passaggio di moltissime band con il grande merito di aver influenzato le sonorità di tutto il mondo: Mogwai, Belle and Sebastian, Travis, Mercury Rev e Isobel Campbell sono, infatti, solo alcuni dei nomi che hanno dato lustro alle pareti rosse dello studio di Bentinck Street. Come per il precedente disco, anche in questo caso la scelta del “posto” ha avuto un ruolo fondamentale, influenzando profondamente le sonorità e le scelte di stile della band.
La capacità di condire le linee melodiche e le parole di Marco Manzella con atmosfere di respiro internazionale, avvolgenti e cinematografiche è, infatti, una caratteristica distintiva che la band ricerca e su cui pone l’accento in ogni produzione. Nel posto giusto è un disco vario e complesso che riscopre il piacere classico di produzioni alla The Beatles, che consolida sonorità dilatate alla Sigur Ros e che mischia deviazioni dal rock indipendente tradizionale con suoni più attuali – non mancano ispirazioni alla Grizzly Bear, per esempio – e psichedelici. Sono influenze, queste, che riecheggiano in tutto l’album e che impreziosiscono lo stile profondamente distintivo de Il Disordine Delle Cose.
Allo stesso modo preziose e uniformi allo stile della band sono le collaborazioni all’interno del disco. Il brano di chiusura “Sulla schiena” è colorato all’organo dalle note di Chris Geddes, ben noto tastierista dei Belle and Sebastian, e dai controcanti della scozzese Christine Bovill. Le voci femminili, in effetti, sono una presenza costante nella discografia de Il Disordine Delle Cose. In questo capitolo Christine Bovill è presente anche in “Un ponte sul fiume”, mentre la bravissima cantante capoverdiana Jerusa Barros completa con molto carattere le linee di Marco Manzella ne “Il giorno più normale”. Insomma partono dal posto giusto mettendo le fondamenta per un cammino altrettanto giusto e, soprattutto, lungo che venerdì sera passerà anche dal music club lametino.