Le 10 peggiori linee ferroviarie d’Italia: ci sono anche Catanzaro-Lamezia e Siracusa-Gela

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La stazione ferroviaria di Ragusa
La stazione ferroviaria di Ragusa

Ci sono anche la Catanzaro-Lamezia Terme e la Siracusa-Ragusa-Gela tra le dieci peggiori linee ferroviarie d’Italia per i pendolari. La “classifica”, se così possiamo chiamarla, è stata redatta da Legambiente. Tra i parametri usati per stilarla, la frequenza dei convogli, i ritardi, la velocità media di percorrenza, la fatiscenza delle carrozze, il sovraffollamento. “Dal 2010 a oggi in Italia ci sono stati complessivamente tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale con punte di 1 treno ogni 5“, si legge sul sito di Legambiente, che lancia un monito tramite il vicepresidente Edoardo Zanchini: “Altro che Sblocca Italia, Governo e Regioni s’impegnino per migliorare il trasporto pubblico su ferro“.

Ma andiamo nel dettaglio di quanto emerso per Calabria e Sicilia dall’inchiesta, presentata in occasione del lancio della Campagna Pendolaria 2014.

Stazione di Lamezia: uno dei treni diretti a Catanzaro
Stazione di Lamezia: uno dei treni diretti a Catanzaro (foto Ferrovieincalabria.com)

Siracusa-Ragusa-Gela: sicuramente la linea Siracusa-Gela che collega due Province importanti, lunga 181 km, ma ancora non elettrificata e a binario unico e che vede, soprattutto, un solo treno diretto collegare le due città. I tempi di percorrenza dei treni sono simili e in alcune relazioni (Comiso-Ragusa, Pozzallo-Modica) addirittura superiori rispetto a quelli di 20 anni fa. Le biglietterie nelle stazioni sono quasi del tutto scomparse.

Catanzaro Lido-Lamezia Terme: linea di 42 km a binario unico, seppur strategica nei collegamenti regionali perché unisce i versanti tirrenico e jonico della Calabria, è stata classificata come tratta a scarso traffico e ad oggi conta 10 collegamenti al giorno (per senso di marcia) di cui solo 3 con treni regionali. Il resto è stato sostituito con autobus.

Non solo però disagi al sud. Anzi, i problemi nel trasporto ferroviario sono comuni su tutto lo stivale. Tra le altre linee che rientrano nel triste elenco troviamo la Bergamo-Milano, la Portogruaro-Venezia, ed ancora: Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani, Circumflegrea (Napoli), Cremona-Piacenza, e ben 10 linee tagliate in Piemonte.

pendolaria14_10lineepeggioriTagliate le linee, ma non le tariffe. In Calabria, tra il 2010 e il 2014, c’è stato un ridimensionamento del 16,3% dei servizi ferroviari, ma le tariffe sono aumentate del 20%. In Sicilia il taglio ai servizi è stato del 19%, ma fortunatamente non si sono registrati aumenti tariffari. Una magra consolazione comunque.

Di fronte a questa vera e propria emergenza nazionale, occorre un cambio di rotta della politica. È vergognoso – ha aggiunto Zanchini – che il Governo non intervenga e che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,35% dei bilanci“.

In allegato il documento integrale della Campagna Pendolaria 2014, che sarà presentato il prossimo 18 dicembre, e dal quale si evince che “rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, in larga parte dei casi non hanno investito né in termini di risorse né di attenzioni per recuperare la situazione“.

PDF: pendolaria_10_linee_2014

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