Senza parole. Semplicemente e solo silenzio, un silenzio assordante che implora, grida, urla aiuto attraverso gli occhi innocenti di un bel ragazzino di appena 8 anni. Quegli occhi che gridano vendetta al cospetto di Dio e dell’umanità tutta.Però non ce l’abbiamo fatta e chiedere perdono non ha senso.Dobbiamo invece recitare un “mea culpa” senza alcuna giustificazione, senza se e senza ma.In una società fatta di oggetti come quella attuale la vita umana diventa un optional, del quale ci riteniamo possessori meschini, gretti e disgraziati, perpretando abusi tragici. Torna allora prepotentemente alla memoria la Metamorfosi kafkiana e devi purtroppo riconoscere che allora, come ora e come nell’antichità cosiddetta classica, la famiglia è come un campo di concentramento speciale perchè il boia non è il nemico, ma un familiare, cioè una delle persone alle quali, soprattutto da piccoli, si è maggiormente legati affettivamente. E non puoi fare a mano di chiedere a Dio perchè, il perchè di tanta violenza inaudita. La cosiddetta società avanzata, tecnologica, sempre in progress, non riesce a tutelare i propri figli e l’uomo, soprattutto se piccolo, esiste solo in funzione di…, uno strumento per i propri capricci e le proprie bizzarrie : una società, dunque, abbrutita, che rifiuta i valori fondamentali del rispetto della libertà della persona umana e dell’amore. Sono stanca di sentire ” che-non- succeda mai più”, quando invece un altro efferato delitto è dietro l’angolo; sono stanca dei morti ammazzati specialmente se bambini inermi e indifesi; sono stanca delle Melissa, delle Sara, delle Yara, dei Samuele, dei Loris. Altro che civiltà avanzata, quella nostra è un mostro schizofrenico che uccide i propri figli e poi ne celebra le esequie,preferendo celebrare la morte invece di cantare la vita, dimenticando che “il viso di un bambino è meraviglioso”. Basterebbe poco : solo guardarsi attorno con gli occhi di un bambino, appunto.