“La Pubblica amministrazione – ha detto il segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese – è una grande infrastruttura che deve essere spunta dagli sprechi e riorganizzata in base ai servizi che i cittadini hanno bisogno. Serve, quindi, una ristrutturazione profonda, invece il governo nicchia ma soprattutto mortifica i lavoratori pubblici. Rivendichiamo, dunque, il rinnovo dei contratti e soprattutto una grande riorganizzazione della Pubblica Amministrazione”.
Le rivendicazioni della mobilitazione della Cisl sono per: il rinnovo dei contratti di lavoro di tutti i comparti, il rilancio della contrattazione integrativa, la riorganizzazione delle amministrazioni, dei corpi dello stato, l’innovazione vera nella scuola e nei servizi pubblici, certezze per i lavoratori precari e fine del dumping contrattuale nel privato certezze per i lavoratori dei servizi sociali.
A livello locale, invece, si rivendica chiarezza da parte delle amministrazioni messinesi sulla mancata stabilizzazione dei precari, sul mancato riordino dei servizi sociali della città e di tutti i distretti socio sanitari del territorio, la riorganizzazione della sanità messinese e la dismissione dei servizi pubblici locali, le inefficienze che portano ai ritardi del pagamento delle spettanze di tutti i lavoratori del pubblico impiego e delle società collegate al mondo dei servizi sociali e locali, il mancato riordino dei servizi giudiziari, la mancata definizione di compiti e funzioni del personale civile e militare degli Uffici del Ministero della Difesa.
“Quello di oggi è un segnale forte per quello che da 6 anni viene negato. A livello locale si assiste dispersione di risorse a scapito dei lavoratori. Le parole non bastano più. Non è uno scontro, né una testimonianza – affermano Calogero Emanuele (Cisl Fp), Carmelo Cardillo (Cisl Scuola), Gianplacido De Luca (Cisl Medici), Maurizio Fallico (Cisl Università) e Maurizio Bombara (Fns Cisl) – ma una conferma della determinazione dei lavoratori dei servizi pubblici a non rinunciare all’obiettivo di liberare il Paese e i posti di lavoro dall’inefficienza organizzativa, dai tagli, dagli sprechi nella gestione, dalla mancanza di innovazione e di qualità che meritano le lavoratrici e i lavoratori”.