La politica esulta per il finanziamento di 30 milioni di euro che servono a prorogare il servizio Metromare fino al 31 dicembre 2017: ieri il Governo ha approvato l’emendamento presentato sabato dall’on. messinese Vincenzo Garofalo: altri tre anni per trasporti nello Stretto … lenti, a singhiozzo e carissimi per i cittadini delle due sponde! Davvero paradossali, per l’ennesima volta, i giubili per una notizia che in realtà non è altro che una sconfitta. Il servizio “Metromare”, infatti, non funziona o funziona male rispetto a quelle che sono le esigenze della comunità dello Stretto, ma anche rispetto ai Trasporti dello Stretto di 10-15 anni fa quando erano molto più veloci, economici e costanti. Il biglietto andata/ritorno per gli aliscafi veloci tra il porto di Reggio e il porto di Messina costava 4,50€, oggi è quasi il doppio. Il tempo di percorrenza era di 25 minuti scarsi, oggi è di 35 minuti abbondanti. Le corse erano 16 al giorno, che diventavano 10 al giorno di sabato e di domenica. Oggi sono 11 al giorno dal lunedì al venerdì, sabato e domenica non ce n’è neanche una. L’ultima corsa serale è quella delle 19 a Messina e dalle 19:45 da Reggio, la sera come nei weekend le due città sono completamente isolate.
E l’idea del sindaco peloritano Renato Accorinti di realizzare una flotta dello Stretto intercomunale, dopo quasi due anni di governo della città e di belle parole d’intesa con gli altri sindaci e amministratori calabresi, è di fatto naufragata ancor prima di salpare. Il progetto del Ponte, che potrebbe dare vera continuità territoriale a questo territorio, è stato – com’è noto – chiuso in un cassetto dal governo dei tecnici di Mario Monti, lo stesso che ha sciolto il comune di Reggio Calabria mandando di fatto la città in rovina, e – tornando al Ponte – archiviando quel progetto ha infranto un sogno per milioni di persone e per un Paese intero che ritroverebbe orgoglio, autostima e fiducia, oltre ad un vero rilancio economico, per la realizzazione di un’opera così importante e per il suo indotto.
Sta per iniziare l’anno 2015, quello che nei film e nei fumetti di fantascienza degli ultimi decenni del ‘900 veniva illustrato come l’anno in cui avremmo avuto chissà quali tecnologie che in effetti in tutto il mondo ci sono eccome, e vengono utilizzate per apportare benefici alla popolazione. In riva allo Stretto, invece, i governanti esultano per mascherare un clamoroso fallimento, e i trasporti sono nei fatti peggiori di due decenni fa da tutti i punti di vista (frequenza, costo e durata). Come se qui il tempo si fosse fermato, o meglio andato indietro.