Corona: capro espiatorio o esempio di giustizia? [FOTO]

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Gli avvocati dell’ex paprazzo presentano al tribunale di Milano una nuova perizia psichiatrica, Corona : “Rischia la psicosi”

LaPresse/Federico Ferramola

Fabrizio Corona, condannato per varie accuse a circa 7 anni da scontare in carcere, oggi è stato convocato dal Tribunale di Milano. Qui, oggi si discuterà della perizia psichiatrica che i suoi avvocati, Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, hanno posto all’attenzione del giudice per permettere a Corona di ritornare a casa, a scontare il resto della  pena, 6 anni e 8mesi, ai domiciliari. Per i suoi avvocati, infatti, sarebbe insostenibile la permanenza nel carcere di Opera del loro cliente.

Una nuova perizia psichiatrica, infatti, redatta dal dottor Riccardo Pettorossi, specialista in psichiatria dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Milano, ha messo in luce che l’ex re dei paparazzi: “Rischia la psicosi”. La personalità  di Corona è definita nella perizia come: «narcisistica» e «borderline». Il Corriere della Sera riprendendo la perizia sottolinea come: “Il primo disturbo fa sentire (Corona ndr) superiore alle altre persone dalle quali ha bisogno di essere ammirato e per le quali non ha quasi alcuna sensibilità; il secondo gli fa provare emozioni eccessive e variabili. Corona – a parere del perito – vive la sua vita in un quadro complesso che fonda le radici in parte nella sua costituzione genetica e in parte nel suo vissuto, facendolo galleggiare in una situazione che in carcere gli causerebbe disturbi d’ansia con attacchi di panico e depressione, acuiti e amplificati dopo due anni in cella dove non può gratificare se stesso con gli eccessi, la grandiosità e l’assenza di vincoli e controlli. Tutti elementi che, sono stati delineati anche dai medici di Opera che hanno già sottoposto Fabrizio Corona a trattamenti specifici”.

LaPresse/Federico Ferramola

Un’altra opzione proposta dagli avvocati sarebbe quella di affidare Corona alle cure di Don Mazzi e quindi di inserirlo all’interno di percorsi riabilitativi dentro comunità di recupero. Già la scorsa estate, però, il Tribunale di sorveglianza di Milano dichiarò inammissibile la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali, perché il reato principale tra quelli per i quali Corona stato condannato, l’estorsione al calciatore Trezeguet, impedisce la concessione di questo beneficio. «Sta male, sono preoccupato» ha dichiarato di recente don Antonio Mazzi, pronto ad accoglierlo nelle strutture. «Ho paura che possa perdersi del tutto», ha detto la madre, Gabriella Corona. “Per curare la «malattia» che avrebbe attaccato la psiche di Corona” -dice il dottor Pettorossi – “l’unica strada è «scollegarlo» dal circuito carcerario”. La parola rimane ai giudici, che se da un alto potrebbero aver trovato in Corona un capro espiatorio esemplare per tutti, dall’altro dovrebbero guardare all’uomo, che seppur con i suoi gravi errori, non può rappresentare da solo un esempio di “dura punizione” per un intero Stato in cui di esemplari e dure punizioni forse ce ne sono poche. Anziché durezza si potrebbe chiedere ai giudici, perciò,  “solo giustizia”. In calce, le foto in cui le forze dell’ordine trasportano Fabrizio Corona dal carcere di Opera al Tribunale di Milano.

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