Messina, sciacallaggio contro Conti Nibali. Accorinti: colpa della stampa e dei social network

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Trasparenza, partecipazione, condivisione. Erano queste le parole d’ordine del movimento Cambiamo Messina dal Basso alla vigilia delle elezioni amministrative che hanno segnato l’ingresso di Renato Accorinti nella stanza dei bottoni di Palazzo Zanca. E proprio lui, il docente di educazione fisica, l’attivista No-Ponte, aveva giurato fedeltà su questo credo. Fu Accorinti a dire che avrebbe preferito avere 200.000 critici, 200.000 osservatori incalzanti, piuttosto che un consenso sordo e blando; e fu sempre Accorinti a sostenere che il dialogo, la rete che si stava istituendo, avrebbe dovuto fare premio su tutto, senza consegnare alla classe dirigente carta bianca sul futuro della città.

Dev’essere cambiato qualcosa se stamane, nella cornice della Sala Falcone e Borsellino, lo stesso sindaco ha bruscamente invertito la rotta. L’indisponibilità di Elio Conti Nibali ad accettare l’incarico è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. “La reazione scatenatasi sui social network e sulla stampa” avrebbe concorso a creare “un clima fatto di pregiudizi, di offese e contrapposizioni nel quale Conti Nibali non si è riconosciuto” ha detto senza giri di parole il sindaco, spiegando il passo indietro del diretto interessato.

Tutto giusto, tutto legittimo, per carità, se solo fossero stati i cronisti ad impegnarsi in questa fantomatica crociata. Come abbiamo raccontato nei giorni precedenti, il malumore per l’ascesa di Conti Nibali non era stato espresso da improvvisati tribuni, ma dai responsabili di Cambiamo Messina dal Basso. Due su tutti: il portavoce Alagna e la consigliera Risitano. La canea contro l’uomo, come abbiamo ripetuto su queste colonne, è stata eccessiva: la nomina di Conti Nibali non avrebbe dovuto destare scalpore per la sua giovanile militanza nel Fuan, ma per una questione di opportunità politica. Troviamo tuttora sconveniente che la cugina del vice-sindaco sia Capo di Gabinetto dell’Amministrazione e che il di lei cognato fosse a sua volta in pole position per entrare nella squadra di governo. Nulla contro l’uomo, ribadiamo: ci siamo semplicemente chiesti se le riserve intellettuali del movimento accorintiano fossero già esaurite, con buona pace dei tre anni di mandato restanti.

Accorinti ha altre idee e in contropiede ha attaccato quanti hanno evidenziato la frattura interna al suo movimento: “non c’è nessun cerchio magico – ha detto il sindaco nel corso dell’incontro – anzi, l’unica magia è il clima che si è creato nella Giunta”. Poi le precisazioni politiche in merito alla simpatia reciproca che intercorre fra D’Alia,  neo-presidente della Commissione Bicamerale per le questioni regionali, e Guido Signorino: “non abbiamo alcun legame con l’Udc: chi si aspettava un assessore di quell’area resterà deluso. Non c’è nessun inciucio: se ci fosse un accordo politico lo direi chiaramente”.

Sul futuro successore di Cucinotta vige ancora il massimo riserbo: si sa solo che quest’ultimo resterà in forza all’Amministrazione in qualità di esperto. Cambiamo Messina dal Basso, precisa il primo cittadino, sarà ascoltata, “ma la nomina resta una prerogativa del sindaco”. E se Ialacqua ha manifestato fastidio per questa voglia di lavare i panni sporchi in piazza, Accorinti ha a sua volta aggiunto che il 17 gennaio le realtà vicine all’Amministrazione si chiuderanno in una sorta di conclave, per un confronto franco simile all’indizione degli Stati Generali. Quanto al’invito di Sturniolo ad azzerare la Giunta, ebbene esso resterà lettera morta. Indietro non si torna, costi quel che costi.

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