Gremita Place de la Republique che conta più di tre milioni di manifestanti che sfilano in corteo a testa alta , innalzando matite puntate verso il cielo e lunghi striscioni con slogan che ricordano i giornalisti morti durante l’ attacco terroristico alla redazione del giornale satirico Charlie Hadbo: un emblema assoluto della Francia illuminista; un segno inequivocabile di libertà d’espressione che pulsa nella città di Voltaire.
Orrore , sdegno, voglia di rinascita e principi di riaffermare una libertà mai negata , percorrono a tutta velocità Place de la Republique fino a Place de la Nation , in cui si snoda “una delle manifestazioni più grandi della storia della Francia senza precedenti”, a detta del ministro degli interni francese. Una marcia silenziosa ma pungente si staglia nel cuore della Francia, della quale Holland si pone in prima fila, sorretto dai capi di Stato dell’ intero pianeta. Ma perché proprio Charlie Hadbo è entrato nel mirino del barbaro attacco terroristico ? E chi erano i giornalisti che hanno perso la vita quel fatidico giorno?
La storia di Charlie Hadbo ha origini lontane. È il 1970 quando al giornale satirico storico della Francia, a quel tempo chiamato ” Hara-Kiri”, venne proibito di andare avanti, dopo la pubblicazione di una vignetta ritenuta insolente , che ritraeva il generale Charles De Gaulle appena morto. Ma il giornale “irriverente” non arrese la sua ascesa. Anzi. Sarà uno dei vignettisti storici di Hara-Kiri, Jean Cabut, a prendere le redini del comando , tanto da essere una delle penne più influenti dell’ odierno Charlie Hadbo.
Dal 2009 sarà Sthefane Cherbonnier a diventare direttore del giornale satirico.
Cherbonnier, detto Charb. 46 anni, dal 2011 viveva sotto scorta. In un’ intervista rilasciata al giornale Le Monde due anni fa aveva dichiarato: << non ho figli, moglie, o carte di credito. Potrà sembrare pomposo , ma preferisco morire in piedi, che vivere in ginocchio>> parafrasando la celebre frase della spagnola Dolores Ibbarruri. E così condusse una vita a vele spiegate. Da svariate fonti si riscontrano notizie sconcertanti. Sembra che Charb era già oggetto di attaccato da parte di Al-Queda da marzo 2013 tanto da essere stato inserito nella “lista” dei ricercati da uccidere in nome di Allah, ma in realtà non si fece mai intimorire da ciò , continuò il suo lavoro con diligente caparbia, usando la stessa tagliente satira che lo contraddistinse.
Jean Cabut, in arte Cabu. Un’ altra vittima dell’ attacco terroristico. 78 anni, penna storica di Charlie. Aveva un talento innato che lo rese celebre nel suo campo: tecnica dell’ impronta fotografica e spiccata bravura nel creare dialoghi dal tratto cinematografico lo resero celebre in tutta la Francia. Cabut operava anche come vignettista e caricaturista del giornale Le Canard Enchainé. C’è chi lo definì antimilitarista, altri lo ritennero ” un uomo dallo spirito anarchico”, certo è che di Cabut si ricorderà sempre la sagace ironia che rimarrà eterna in tutta la Francia e il Gran Duduche, il “liceale maldestro” da lui stesso creato, continuerà a rivivere tra le pagine dei fumetti di Pilot.
Maestro del fumetto erotico francese, anche George Wolinski si annovera tra le vittime del 7 gennaio. 80 anni, volto noto anche in Italia, compagno di viaggio prima di Hara-Kiri e poi di Charles Hadbo.
E ancora, Bernard Maris, 69 anni, nato a Tolosa. Economista della Banca di Francia, redattore della rubrica “Oncle Bernard”. La satira non era il suo mestiere, ma condivideva gli stessi ideali liberali di Charlie Hadbo. Nell’ Antimanuel D’ Economie, celebre saggio da lui scritto, Bernard denunciava la “furia del capitalismo”. Era un personaggio televisivo conosciuto anche all’ estero, dai forti principi progressisti: in un dibattito pubblico con Jacques Attali, per Le Monde, Bernard disse che l’ unica salvezza di un mondo dal carattere così vacillante era la solidarietà verso il prossimo, la fratellanza tra i popoli era la chiave di volta del futuro. Il
disegnatore Philippe Honoré , di 73 anni, era poco conosciuto rispetto agli altri. “Un arrabbiato, ma un arrabbiato educato e dolce. Tutta la rabbia restava nel suo disegno” lo ritraeva cosi il vignettista Plantu. Lavorò per diverse testate: Magazine littéraire, Le Monde, Libération, Les Inrockuptibles.
Tra le altre vittime si annoverano il vignettista Tignous, 58 anni. Il suo vero nome era Bernard Verlhac. A lui si riconducono le vignette pronte a schernire l’ attore Gerard Depardieu pronto a fuggire in Belgio pur di non pagare le “super tasse francesi” e il disegno di una giovane donna in topless ma “coperta ” in viso da un hijab con annessa la frase: Dopo la primavera araba, l’ estate araba”.
Uccisa anche Elsa Cayat, psicologa e psicoterapeuta. Teneva una rubrica su Charlie Hadbo sulla quale dispensava consigli di coppia. Morti anche l’ ex consigliere del sindaco di Clermont Ferrand, Michel Renaud e l’ addetto alla portineria Fredéric Boisseau. Holland ha deciso di conferire la legion d’ onore, la più alta onorificenza del governo francese, ai due agenti che hanno perso la vita: Ahmed Merabet e Frank Brinsolaro.