“Pochi giorni fa in data 08/01/15 ho perso il mio telefono lungo il Viale Falcomatà, questo è stato spento poco dopo da chi ovviamente l’ha ritrovato. Ora penso sia normale che vi stiate chiedendo: “E cosa dovrebbe importarmene?”. Vi assicuro che il danno che ne ho tratto è stato di tutt’altra natura che economica. E’ stato sia di natura morale nel vedere quanto poco buon cuore e interesse per il prossimo sia rimasto e soprattutto è stato di natura emotiva. Nel mio telefono infatti, conservavo tanti ricordi e moltissime foto sia della mia sorellina appena nata che di tante persone che purtroppo, oggi non ci sono più. Foto che purtroppo avevo tenuto solo nel telefono, foto che avrei voluto fare vedere alla mia sorellina quando sarà grande e avrà solo dei ricordi sbiaditi dal tempo, foto che avrei voluto vedere tra venti o trent’anni, foto che guardavo nei tanti momenti di sconforto e malinconia, quei momenti che si provano quando ci manca qualcuno che amiamo molto e a cui siamo stati vicini con dignità e rispetto fino all’ultimo giorno concessogli. In questi giorni ho sfogato molta della mia frustrazione e del mio dispiacere verso la persona o le persone che hanno raccolto il telefono. Rabbia male indirizzata forse, dato che la colpa è stata anche mia che ho avuto una svista banale nel perderlo e una grande leggerezza nel non proteggere adeguatamente i ricordi che mi stanno più a cuore, dei ricordi che anche se nel dolore, mi fanno stare meglio. Quindi vi prego, se l’avete raccolto voi o conoscete qualcuno che abbia trovato un telefono, contattatemi a quest’indirizzo annamariavadal@yahoo.com , fatelo senza paure perché per quello che può valere la mia parola, non voglio mettere nessuno nei guai, voglio solo avere indietro un pezzetto dei miei ricordi. Non so se questa lettera verrà presa o meno in considerazione, so solo che se non riuscirò ad avere le foto a cui tengo tanto, tra qualche anno non voglio pentirmi di non aver fatto il possibile per riaverle indietro. Ripeto: contattatemi senza timore, ve ne sarei infinitamente ed eternamente grata”.
–
