Sicilia, spese ridotte all’osso per il Natale: un quadro desolante. I commercianti puntano sui saldi

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La Coldiretti aveva gioito prima del previsto: l’aumento dello 0,7% nella produzione alimentare e delle bevande aveva fatto sperare per il meglio. Si credeva, genuinamente, che i risparmi degli italiani sarebbero stati nuovamente assorbiti dal brio delle festività. Così purtroppo non è stato. La Sicilia ha seguito il trend nazionale, un trend che ha evidenziato una nuova riduzione sostanziale della spesa destinata ai regali e alla ristorazione. Così al 31 dicembre, alla notte di San Silvestro, gli esercenti hanno dovuto svuotare le casse scoprendosi più poveri rispetto a un anno fa.

Le risorse sono poche, il futuro è incerto e gli italiani stentano ad arrivare a fine mese, così le uscite superflue passano sotto la scure dell’austerità. Secondo le proiezioni della Federconsumatori di Palermo ogni famiglia avrebbe tagliato in media le proprie “spese festive” del 6,2%. Segno di un’ulteriore erosione del potere d’acquisto. La spesa media per i regali si attesterebbe pertanto attorno ai 119 euro, per un totale di 196,7 milioni. Troppo poco per oliare il meccanismo della crisi, per concedere ai negozianti una boccata d’ottimismo.

I siciliani, come gli italiani tutti, vivono le ristrettezze da risparmiatori: niente viaggi, niente settimane bianche né fughe in zone tropicali; di più: niente elettrodomestici o oggetti tecnologici, segno di un’involuzione rispetto al fenomeno dell’obsolescenza programmata denunciato da Latouche; neppure i libri paiono a portata di budget. In questo quadro, a tratti desolante, da sabato è iniziata la stagione dei saldi.

Una stagione che parte con presagi funesti e rischia di rivelarsi davvero inconcludente. Meglio sarebbe stato, probabilmente, ricorrere ad una liberalizzazione degli stessi, concedendo in siffatto modo ai consumatori l’opportunità di comprare nel periodo natalizio i beni sottocosto. Si è optato per un’altra via, nonostante i richiami e i moniti provenienti dalle diverse associazioni dei consumatori.

La Confcommercio spera che il 2015 possa dare respiro ai titolari dei negozi. Lo ha detto, senza giri di parole, Carmelo Picciotto, presidente di tale realtà nel messinese. E proprio da Messina, probabilmente, viene un segnale incoraggiante. Sì, perché se in tempi di crisi la capacità d’innovare fa premio su tutto, la volontà di procedere con un accordo strategico per intercettare la domanda turistica dello Stretto – accordo promosso dalla Confcommercio e dall’Ente Comune – sembra una lanterna nella notte, una piccola luce per ritrovare la strada della crescita.

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