Vanessa e Greta: militanti o missionarie? L’accanimento sulla faccenda [FOTO]

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Le due ragazze tornate da pochi giorni in Italia sono frutto di accanite dispute e Gasparri twetta: “Sesso consenziente con guerriglieri? E noi paghiamo”

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Negli ultimi giorni sono molte le voci che si sovrappongono, si contraddicono e si smentiscono l’un l’altra per quanto riguarda la situazione di Greta e Vanessa in Siria, la loro successiva liberazione e il pagamento del riscatto. Gli ultimi dubbi  e discussioni nelle ultime ore però si basano principalmente sulla messa in discussione dell’intento della loro missione.  Il dubbio sulla loro posizione di missionarie pacifiste si è insediato in molti dopo la visione delle immagini presenti sul profilo Facebook di una delle ragazze che mostrava i kit di pronto soccorso distribuiti che somigliavano di più a quelli in possesso ai militanti armati che a quelli distribuiti da una qualsiasi associazione pacifista, ma anche in seguito alla pubblicazione da parte del giornale Il Fatto Quotidiano delle telefonate che sarebbero intercorse tra le due ragazze, ma non solo tra di esse e che avrebbero rivelato le vere intenzioni del loro viaggio in Siria. Le due ragazze, secondo quanto emerge dalle intercettazioni, infatti, avevano assunto un profilo in Siria non di crocerossine neutrali ma bensì di militanti schierate e convinte. Nelle telefonate scambiate prima di partire Greta Ramelli, interloquisce con Mohammed Yaser Tayeb,  un 47enne siriano trasferitosi ad Anzola in provincia di Bologna ed identificato nelle intercettazioni del Ros come un militante islamista, in cui la ragazza comunica all’uomo di voler «offrire supporto al Free Syrian Army», ossia all’Esercito Libero Siriano. In altre telefonate, poi, Greta spiega che i kit verranno distribuiti «a gruppi di combattimento composti solitamente da 14 persone». I  Carabinieri del Ros, hanno inoltre scoperto dei collegamenti tra Tayeb, protagonista di queste telefonate  e Maher Alhamdoosh, militante siriano iscritto all’Università di Bologna e residente a Casalecchio del Reno,  con cui a sua volta si erano scoperti dei collegamenti con i giornalisti Amedeo Ricucci, Elio Colavolpe, Andrea Vignali e Susan Dabous protagonisti nella primavera 2013 di un reportage in Siria conclusosi anche in quel caso con un sequestro seguito dal pagamento di un riscatto. Secondo alcune voci quindi, prorpio come nel caso dei giornalisti appena citati, Greta e Vanessa sarebbero state tradite dai loro stessi favoreggiatori e riportate a casa grazie al trasferimento di una decina di milioni di euro. Mentre le ragazze smentiscono l’accaduto dichiarando: “Chiediamo scusa ma noi non siamo responsabili del sequestro”, l’amico siriano delle ragazze Tayeb dichiara al Giornale “Le ho aiutate, non tradite”.

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Dal mondo della politica molte sono le dichiarazioni che non fanno altro che creare due schieramenti opposti: se da una parte si denuncia, come ha fatto la Boldrini, presidente della Camera, una polemica inutile in quanto  come dice quest’ultima “sulla scia della generosità e della solidarietà si sono spinte in un territorio difficile. Questo significa che bisogna apprezzare il loro slancio”; dall’altro lato le accuse sul riscatto pagato alle possibili militanti si sprecano fino a sfiorare la calunnia. Il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri twitta a tal proposito riferendosi alle due ragazze: “Sesso consenziente con guerriglieri? E noi paghiamo” suscitando il clamore pubblico.

Non si è certi del coinvolgimento delle ragazze per quanto riguarda il loro stesso  rapimento, ma illazioni di questo tipo sembrerebbero fin troppo audaci anche se il loro coinvolgimento in tale faccenda si dimostrasse totale. Quello che più sgomenta, forse, è l’accanimento con cui queste ragazze vengono trattate, esse sono sì il motivo per cui lo stato italiano ha probabilmente sborsato 10 milioni di euro, ma sono anche forse due ragazze ventenni che un po’ ingenuamente hanno affrontato una situazione difficile in un territorio ostico. Come si sarebbe dovuta comportare l’Italia nel dubbio? Se lo Stato italiano le avesse abbondate a se stesse e se avessero fatto una brutta fine saremmo sicuramente qui oggi a parlare di come l’Italia ha gestito male il caso e di come avrebbe fatto meglio a pagare il riscatto. Quindi merito all’Italia per averle riportate a casa, ora lasciamo che chi ha il compito di fare questo faccia luce sulla faccenda.

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