Viadotto crollato, la Procura apre un’inchiesta: nel mirino i materiali utilizzati per realizzare l’opera

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Desta sorpresa chi si sorprende. Com’era ampiamente prevedibile, la Procura della Repubblica di Termini Imerese ha disposto il sequestro della documentazione relativa all’appalto per il viadotto Scorciavacche, quello stesso viadotto inaugurato a Natale e crollato miseramente alle prime luci dell’anno nuovo.

L’opera, presentata originariamente come un successo per le infrastrutture siciliane, poiché era stata terminata in anticipo rispetto ai tempi previsti, ha attirato l’attenzione non solo delle autorità inquirenti, nella fattispecie il procuratore Alfredo Morvillo ed il sostituto Francesco Gualtieri, ma del mondo della politica a livello nazionale. Così, tra le dichiarazioni di stupore del ministro Lupi e la volontà di andare a fondo espressa dal premier Renzi, è l’intera opinione pubblica a interrogarsi su come un simile disastro sia potuto avvenire.

Morvillo ha adottato un tono dimesso, a dispetto della copertura mediatica data all’evento. Il procuratore ha parlato di verifiche preliminari e di analisi ad ampio raggio. Intercettato dall’Adnkronos, lo stesso ha evidenziato: “Ci siamo mossi subito e adesso dobbiamo individuare un collegio di periti a cui affidare l’incarico di verificare le cause di questo crollo, da un punto di vista geologico, ma anche i criteri costruttivi, al fine di individuare eventuali reati penali“. La linea è chiara: innanzitutto vanno fugati i dubbi relativi ad eventuali cessioni strutturali dovute a cause naturali, dopodiché si procederà nell’analisi dei materiali utilizzati dalle ditte responsabili. Solo così si potranno riscontrare eventuali negligenze sanzionate dalla legge.

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