MOTIVI DI CARATTERE POLITICO
BREVE CRONOSTORIA
In data 8 maggio 2012 si tenevano le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale e l’elezione del sindaco nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto. Al ballottaggio, svoltosi il 21 e 22 maggio, veniva eletto nuovo sindaco la Dott.ssa Maria Teresa Collica, con il 61,28% dei voti.
Nella coalizione che appoggiava il sindaco, composta da due liste, venivano eletti soltanto 2 consiglieri comunali, mentre gli altri 28 facevano capo a diverse coalizioni sia di centrodestra che di centrosinistra.
Visto il numero risicatissimo di consiglieri eletti nella sua coalizione, sin da subito ci si aspettava un allargamento alle altre forze politiche ( partiti o liste civiche ) di area affine o, comunque, disponibili ad una collaborazione, e ciò anche al fine di comporre se non una maggioranza consiliare, quantomeno di un congruo numero di consiglieri che appoggiassero le scelte della giunta, rendendo più agevole il percorso amministrativo degli atti e la gestione della cosa pubblica.
Le aspettative, tuttavia, erano destinate a rimanere deluse. Il sindaco, infatti, snobbando completamente le forze politiche che l’avevano sostenuta al secondo turno ed avevano contribuito alla sua elezione, applicando in maniera rigorosa il manuale Cencelli, formava una giunta rinchiusa nel recinto della piccola coalizione di associazioni, partitini e listarelle che l’avevano supportata – capace di eleggere solo due consiglieri comunali – e chiudendosi sin da subito in un ostinato e quanto mai inopportuno isolamento.
A rendere le cose ancora più difficili, contribuiva non poco la pressoché totale mancanza di esperienza del sindaco e di cinque sesti della giunta.
Trascorso il normale periodo di rodaggio, l’azione amministrativa invero si presentava sin da subito completamente ingessata nella maggior parte dei settori, mentre tra i componenti dell’esecutivo si registrava l’emergere di una figura dominante che sembrava in grado di influenzare la maggior parte delle scelte amministrative dell’Ente. Figura che, come si vedrà, avrebbe condizionato non poco gli assetti della giunta, nonché i rapporti della stessa con il consiglio comunale, se è vero come è vero che proprio nei confronti di tale assessore, nel marzo del 2014, veniva promossa una mozione sottoscritta da ben 24 consiglieri comunali, i quali, invitavano il Sindaco a rimettere in discussione “scelte, programmi e uomini, prendendo al più presto le decisioni anche radicali necessarie ad una effettiva svolta”, invitando nel contempo chi avesse responsabilità nella vicenda della mancata riassunzione della causa da parte dell’ente davanti TAR Lazio, che costò al comune la perdita della somma di € 860.688,00 a “rassegnare le proprie irrevocabili dimissioni”. Atto, quest’ultimo, di decisa rilevanza politica, non foss’altro che per il numero di consiglieri che lo avevano sottoscritto, ma che non fu preso minimamente in considerazione!
La lentezza dell’azione amministrativa si palesava sin da subito con riferimento al primo bilancio di previsione, che – contrariamente a quanto sbandierato in campagna elettorale, a proposito di “trasparenza e democrazia partecipativa” – veniva trasmesso al consiglio comunale solo verso metà dicembre ed a pochi giorni dalla scadenza del termine ultimo per l’approvazione, non lasciando alcun margine di manovra al consiglio.
L’amministrazione si giustificava con il fatto di essere in carica da pochi mesi, asserendo che ciò non si sarebbe ripetuto l’anno successivo. Ma la storia dice esattamente il contrario, se è vero come è vero che sia il previsionale 2013 che il previsionale 2014, sarebbero stati trasmessi con il medesimo colpevole ritardo, lasciando così che l’atto politico e amministrativo più importante nell’interesse della città divenisse una mera presa d’atto; relegando il consiglio comunale al ruolo di semplice notaio e defraudandolo di fatto di quella che è la sua funzione principale.
Non riuscendo a dare un vero impulso alla macchina inceppata della burocrazia, alla lentezza proverbiale di alcuni uffici, priva di carattere, scollegata dalla città, nonostante le promesse di partecipazione e trasparenza, l’amministrazione, pagando a carissimo prezzo la debolezza di alcuni, l’arroganza di altri e l’inesperienza dei più, ha così vivacchiato grazie alla responsabilità, alla tolleranza ed alla lucidità di un consiglio comunale che, nell’interesse della città, ha garantito ad oggi, su tutti gli atti amministrativi più importanti, maggioranze fluide e variabili; il tutto, invero, nell’attesa o nell’aspettativa, suscitata dai ripetuti annunci, già al volgere del primo anno di governo, di un rimpasto della giunta facente da pendant ad un allargamento della maggioranza in consiglio comunale, attraverso l’apertura alle locali forze politiche di area affine.
Conscia così della propria debolezza e della scarsa efficacia della sua azione amministrativa, il sindaco e qualche altro componente della giunta, intavolavano una serie estenuante di trattative con altre forze politiche, che se da un lato facevano la gioia dei mezzi di comunicazione, lasciando quasi col fiato sospeso la città, dall’altro lato distoglievano l’interesse e sottraevano energie ai gravi problemi che l’attanagliavano, sempre più complessi, sempre più tangibili. Parallelamente, aveva inizio, attraverso uno stucchevole stillicidio di notizie, il balletto degli assessori che sarebbero stati silurati ed anche di quelli che ne avrebbero preso il posto: si facevano nomi e cognomi ben precisi degli uni e degli altri, e con il senno di poi tutto avrebbe avuto un senso.
Col passare dei mesi, tuttavia, ripetutamente saltavano accordi e intese che si davano già in dirittura di arrivo; tutto ciò mentre in consiglio comunale si coagulava, pare grazie alla trama di un abile tessitore, un gruppo di consiglieri, orfani del defunto partito del Popolo delle Libertà, che con il dichiarato intento di operare nell’interesse dei cittadini ( dichiarazione abbastanza superflua ) si attribuiva la nobile denominazione di “Responsabili”. L’apprezzabile tentativo, purtroppo, naufragava malamente nel marzo del 2014, allorché taluni dei componenti di questo gruppo si ritrovavano ad essere tra i promotori della citata mozione dei 24 consiglieri e tra i più accaniti avversari della giunta. Come dire, melius re perpensa !
RIMPASTO DI GIUNTA E PROSPETTIVE
E siamo ad oggi. Finalmente, dopo lungo e doloroso travaglio, si arriva al tanto atteso e pluriannunciato rimpasto. A farne le spese, manco a dirlo, gli assessori Lina Panella e Cosimo Recupero, i cui nomi ormai da tempo – e, per dirla tutta, sin dal primo momento – erano stati dati in pasto alla stampa, venendo ciclicamente rimasticati dai vari mezzi di comunicazione, dalla carta stampata ai giornali on line ai social network.
Una crisi gestita in maniera scriteriata e indelicata, dove lo stillicidio di notizie fatte trapelare ad arte o ingenuamente ( non è dato sapere ) ha di fatto condotto gli assessori silurati a rassegnare le dimissioni prima di essere dimessi, e ciò, si ritiene, con evidente nocumento all’immagine dell’amministrazione prima ancora che degli stessi interessati, i quali, per il vero, nella figura dell’ex assessore al bilancio, non hanno lesinato critiche, anche le più accanite, nei confronti del sindaco e del solito assessore, parlando addirittura ed esplicitamente dell’esistenza di un “cerchio magico” dal quale lo stesso era stato sempre, e sin dal principio, escluso.
E’ ovvio che in questa sede non può tacersi sulle dichiarazioni che l’ex assessore Cosimo Recupero ha reso nella conferenza stampa dallo stesso convocata all’indomani delle forzate dimissioni.
Lo stesso ha parlato di continua ingerenza negli atti di sua competenza, riferendo di come la sua figura venisse spesso baypassata ovvero, addirittura, esclusa da alcune decisioni.
Accuse non nuove per il vero, più e più volte lanciate dai banchi dell’opposizione in consiglio comunale e costantemente rintuzzate dal sindaco come mera strumentalizzazione politica. Improvvisamente scopriamo che invece è tutto vero, e non soltanto perché lo dice un assessore uscente, ma perché sono i fatti a parlare! E c’è da scommettere che anche la Dott.ssa Panella direbbe le stesse cose, se non avesse scelto di tenere un diverso contegno.
E i fatti confermano in pieno la teoria del “cerchio magico”, se è vero come è vero che, a dispetto di quanto tutti ormai si aspettavano, e cioè un rimpasto politico che finalmente creasse un ponte tra la giunta ed il Consiglio Comunale e desse respiro ad una maggioranza che condividesse le scelte del sindaco, le nuove nomine vanno in una direzione diametralmente opposta, serrando i ranghi e stringendo ancor più il cerchio, rendendolo ancor più impermeabile di prima.
Non è chi non veda, infatti, come i due neo assessori Amato e Mamì – la cui professionalità non è certo in discussione – siano espressione diretta del sindaco Collica e dell’assessore Bongiovanni, e che la loro nomina, oltre a non aggiungere nulla di nuovo per il fatto che entrambi collaborano sin dall’inizio con questa giunta, allo stato dell’arte, più che rispondere a reali esigenze di rilancio amministrativo, abbia avuto come scopo principale quello di rafforzare posizioni interne all’esecutivo, facendo in un sol colpo piazza pulita dei non allineati e tacitando le fastidiose voci dissenzienti. E ciò anche in vista di più o meno imminenti consultazioni elettorali, che vedranno sicuri protagonisti i nostri due principali amministratori. Ed il cerchio si chiude.
Del resto, non è nemmeno sfuggito a nessuno, come l’unico fuori dai giochi, l’assessore Peppino Saja, che apparentemente si è visto aumentare le proprie deleghe, ha di fatto subito un clamoroso ridimensionamento, con lo spacchettamento della delega ai servizi sociali, attraverso lo scorporo delle Politiche Giovanili e per i Minori, assegnate all’assessore Raffaella Campo.
Più che un’occasione di rilancio, insomma, questo “rimpastino” a noi appare un’occasione perduta.
E non sarà certo qualche manovrina da provetto alchimista, fatta parallelamente in consiglio comunale, a raddrizzare la prua di una nave ormai alla deriva. Dopo il naufragio del gruppo dei “responsabili”, sotto la regia del solito manovratore e di qualche abile consigliere, all’interno del consiglio comunale pare sia cagliato un altro gruppo di consiglieri che si sono assegnati l’ineffabile, ancorchè ineccepibile, nome di “moderati”. Tale gruppo, sulla scia di quello precedente, si propone ancora una volta il nobile quanto arduo intento di supportare un’amministrazione che di fatto continua a veleggiare senza una maggioranza e senza un preciso disegno politico. E forse non a caso è composto più o meno dagli stessi consiglieri. Ancora una volta: melius re perpensa !
Nulla di nuovo in definitiva. Per questo l’opinione dei sottoscritti consiglieri comunali è unanime nel ritenere che, al di là del comprensibile entusiasmo che invariabilmente accompagna tutti i processi di ripartenza, nonostante i nuovi ancorché validi innesti, poco o nulla sia realmente destinato a mutare. Per tale ragione riteniamo non sia possibile indugiare oltre.
MOTIVI DI CARATTERE POLITICO – AMMINISTRATIVO
Trascorsi 33 mesi dall’inizio del mandato, è possibile tracciare sinteticamente un bilancio dell’attività politico-amministrativa del sindaco Maria Teresa Collica e della sua giunta.
Il quadro che ne deriva, anche prescindendo dalle grandi aspettative e dai roboanti proclami della campagna elettorale, è veramente desolante.
La gestione amministrativa è stata disastrosa a causa della inesperienza, dell’incapacità e dell’inadeguatezza del sindaco e della giunta. Persino l’ordinaria amministrazione è stata carente e la sfiducia dei cittadini ha raggiunto livelli mai visti prima, facendo aumentare sempre più la distanza tra le persone e la politica.
Il programma elettorale del sindaco è stato disatteso sin dalla premessa che parla di “un programma partecipato” che “vuole dar voce a tutti”, mentre numerosi sono stati i fallimenti in diversi campi.
Al primo punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco con riferimento alla “RIQUALIFICAZIONE DELLA SPESA PUBBLICA E RISANAMENTO DELLE CASSE COMUNALI”.
Fra gli obiettivi fissati, in maniera sintetica, si rammentano: la riorganizzazione degli uffici per renderli efficienti; l’introduzione del controllo di gestione per ottenere informazioni necessarie alla determinazione dei costi in modo da intervenire sulla riduzione degli sprechi e delle inefficienze; la valutazione dei risultati con erogazione di premi per i meritevoli; la valorizzazione delle professionalità interne dell’ente, riducendo allo stretto necessario le consulenze esterne; il potenziamento dell’ufficio ragioneria; la lotta all’evasione; l’attuazione di una seria “spending review”; la creazione di un osservatorio per captare fondi europei, ministeriali, regionali.
Nulla di tutto questo risulta sia stato realizzato: tranne qualche tentativo di rimodulazione, gli uffici continuano ad rimanere tali e quali erano prima e la loro attività appare lenta, poco coordinata, talvolta inceppata dall’ingranaggio burocratico; nessuna iniziativa di rilievo è stata presa per ridurre sprechi ed inefficienze; nulla sulla tanto decantata “spending review”; e a parte un bando di lunghissima gestazione per l’affidamento dell’accertamento dei tributi, nulla di serio risulta essere stato fatto. Anzi, sembra che proprio su questo punto si sia consumata una partita importante all’interno della giunta tra l’ex assessore al bilancio, Cosimo Recupero, che sosteneva come occorresse predisporre un bando di gara per stabilire l’affidamento ad una società di riscossione che al contempo accertasse e riscuotesse i crediti dell’Ente e chi, invece, era favorevole a separare i due momenti per ragioni non del tutto chiare. Chiarissimo, oggi, è invece l’esito della partita, finita con l’estromissione dell’assessore Recupero!
Che il timido tentativo di rimodulazione non abbia sortito gli effetti sperati lo si vede, del resto, con riferimento a due uffici importantissimi come l’ufficio sanatoria, dove l’arretrato è imbarazzante nonostante il consistente numero di incarichi a tecnici esterni, che non pare producano maggiore celerità nella definizione delle pratiche, e come l’ufficio tributi la cui attività non appare assolutamente efficiente, e ciò nonostante il fatto che nel 2013 sia stato acquistato un software per la gestione e l’informatizzazione dei tributi, costato, con i vari annessi, oltre 30.000,00 euro, e di fatto mai utilizzato. Altri soldi buttati via !
E ciò mentre all’ufficio anagrafe, fiore all’occhiello del comune appena qualche anno addietro, per risparmiare non si ripara il nuovissimo macchinario con il quale veniva stampata carta d’identità elettronica che tanto successo e consensi aveva riscosso.
Ma sulla questione tributi vale la pena ricordare sia la mozione approvata dal consiglio comunale, avente ad oggetto l’automaticità della compensazione fra crediti e debiti della pubblica amministrazione, mai resa operativa, e sia la più volte richiamata questione dei residui attivi, risolvibile attraverso l’invio degli avvisi di pagamento dei tributi tramite lettera raccomandata A.R., in modo da avere una data di notifica certa e opponibile.
Di fondi europei, ministeriali o regionali, se ne sono visti pochi o nulla!
Al secondo punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco con riferimento al tema dell’ “AMBIENTE”.
Numerosi gli obiettivi fissati, tra i quali si ricordano: l’adozione del piano energetico; l’installazione di pannelli fotovoltaici e solari; sussidi economici per le imprese “ad alta sensibilità ambientale”; l’adozione del sistema di raccolta porta a porta; la raccolta separata dell’umido dal secco con la creazione di un centro di separazione e di produzione di compost nel territorio comunale; la premiazione dei cittadini virtuosi che effettuano la raccolta differenziata; la soluzione della questione depuratore; ed ancora – con riferimento alla situazione di costante rischio idrogeologico in cui versa il nostro territorio – la riforestazione delle aree montane; il recupero di sentieri e trazzere al fine di creare percorsi naturalistici; la definizione “in breve tempo“ del “Piano di utilizzazione delle spiagge”, del “Piano di utilizzazione delle trazzere demaniali” e della “Carta dei sentieri di montagna”; la sistemazione della saie; la realizzazione di impianti di depurazione delle acque reflue nelle frazioni, quartieri e contrade.
Poco o nulla di tutto questo è stato realizzato: la raccolta porta a porta è ferma ad una piccolissima porzione del territorio comunale ( solo da ultimo giunge notizia della previsione di un allargamento) e, dopo un promettente inizio, sembra essersi arenata; il piano rifiuti ARO, per la cui progettazione sono stati spesi 48.000,00 euro con affidamento diretto ( mentre in altri comuni si è provveduto tramite i tecnici comunali, a costo zero ) stenta a partire ed è sempre fermo al palo, essendo via via scaduti tutti i termini per l’avvio dello stesso; i centri di compostaggio sono rimasti solo nella fantasia di chi ha scritto il programma, così come la premiazione dei cittadini virtuosi che pure sono tanti, ma stanno pian piano perdendo stimolo e interesse; sull’efficienza del depuratore è meglio sorvolare, e sulla grave questione rischio idrogeologico, a parte la rituale ancorché sommaria pulizia del torrente Longano, non risulta alcuna apprezzabile iniziativa, mentre le saie sono sempre in attesa dei promessi interventi di sistemazione e messa in sicurezza.
Del piano spiagge di cui si vagheggia nel programma neanche l’ombra; la pulizia di queste ultime, anzi, viene effettuata sempre a stagione inoltrata e non risulta garantita per l’intero periodo estivo.
Alcuni punti sembrano copiati dal programma elettorale di un comune altoatesino, ed è meglio fingere di non averli letti.
Delle opere post alluvione, al di la dei proclami della protezione civile regionale, ad oggi non risulta assolutamente nulla, e tutto è rimasto invariato dal novembre del 2011.
I fatti, invece, parlano di una città sporca; di marciapiedi costellati di escrementi; di strade i cui margini non vengono quasi mai spazzati; di piazze e aiuole non curate ed infestate da erbacce; di aree malsane lasciate all’incuria; di canali di scolo intasati; di periferie abbandonate; di ovili situati in zone inidonee. Una città dove, da diversi anni, non viene più effettuata nemmeno una semplice derattizzazione.
Al terzo punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco sulla “LEGALITA’, TRASPARENZA, DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA”.
E’ la nota più dolente per un’amministrazione che di questo slogan ha fatto una bandiera. Ed è forse il fallimento più grande di questo esecutivo. Che ne è, ad esempio, della Relazione Annuale che il sindaco dovrebbe effettuare ogni anno e che invece si è avuta solo alla scadenza del primo anno del suo mandato?!
Gli impegni assunti anche qui sono stati tanti: l’adeguamento e il potenziamento degli uffici; la riorganizzazione delle procedure interne di gestione e circolazione delle informazioni; i consigli comunali in streaming; il potenziamento dell’URP (ufficio relazioni con il pubblico); il bilancio partecipativo; la creazione di circuiti di credito trasparente e sicuro per le imprese; la presenza della polizia municipale su tutto il territorio comunale, estendendo la vigilanza a tutte le frazioni comunali, utilizzando le risorse economiche risparmiate su altre voci del bilancio per implementare il personale addetto.
Nessuno dei punti del programma è stato più disatteso: a partire dalla “legalità”, in relazione alla quale, a parte i periodici convegni e conferenze in materia, si ritiene realmente poco sia mutato come conseguenza dell’azione amministrativa, se è vero come è vero che l’ambulantato selvaggio continua ad imperversare ad ogni angolo di strada, così come la pericolosa presenza di rimorchi parcheggiati sulla pubblica via; la zona artigianale e numerose altre aree periferiche continuano ad essere considerate sorta di discariche a cielo aperto; continuano a persistere ovili fuori dalla legge; i vigili urbani, a dispetto di quanto annunciato nel programma, sono pochi e non riescono assolutamente a coprire il vasto territorio comunale, con evidenti conseguenze sul traffico, sulla sicurezza dei cittadini, nonché sulla scarsa educazione al rispetto delle regole del codice della strada; manca un serio programma di controllo del territorio; il progetto di installazione delle videocamere nei punti sensibili della città accusa un ritardo ingiustificabile, il tutto mentre alcune zone ( ad esempio Piazza Trento ) sono continuamente oggetto di episodi di aggressione e sotto il costante rischio del fenomeno dello spaccio.
Ancora peggio i risultati in tema di “trasparenza e democrazia partecipativa”, se si considera che lo strumento in assoluto più importante per la gestione della città, ovvero il bilancio di previsione è stato sempre trasmesso a fine anno, con un ritardo intollerabile, impedendo qualsiasi margine di manovra da parte del consiglio e, dunque, facendosi beffe di quella democrazia partecipativa di cui ci si è riempiti la bocca in campagna elettorale. Nulla, invece, è dato sapere con riferimento ad un altro cavallo di battaglia del periodo elettorale, cioè lo “streaming”, di cui, dopo l’approvazione all’unanimità da parte del consiglio comunale si sono perse le tracce tra i meandri e le scrivanie degli uffici comunali.
In tema trasparenza poi, altra nota dolente è la gestione degli incarichi legali, il cui metodo di affidamento sin’ora ricalca in tutto e per tutto la vecchia gestione, nonostante, sempre grazie ad una mozione approvata in consiglio comunale, sia stato predisposto un regolamento che a giorni dovrebbe approdare in consiglio comunale.
Quanto alla partecipazione e condivisione delle scelte amministrative con il consiglio comunale – altro slogan elettorale – si denuncia come di fatto nessuna delle scelte operate dal sindaco e dalla sua giunta sia mai stata realmente condivisa con il consiglio comunale, bensì sempre notificata a posteriori, quando ormai la decisione era stata presa. Così è accaduto per il piano d’ambito della raccolta differenziata; così è accaduto per il Centro Intermodale Merci, sul quale solo grazie all’intervento del consiglio comunale il sindaco è parzialmente ritornato sui suoi passi; così è accaduto per la c.d. “strada delle serre”, inopinatamente rimossa dall’elenco annuale delle opere pubbliche; cosi è accaduto per il “Seme d’Arancia”, la cui mozione approvata all’unanimità da parte del consiglio comunale volta a far rispettare il progetto originario, è stata del tutto ignorata; così e accaduto per tantissime altre questioni di vitale importanza.
Ed è alquanto singolare che si parli di trasparenza quando si scopre che un’importantissima comunicazione, come quella dell’artista Emilio Isgrò, che annunciava, in polemica con il sindaco, il suo ritiro dal prestigioso progetto di realizzare un museo di arte contemporanea, è stata tenuta nascosta per mesi senza far sapere nulla alla città ed al consiglio comunale.
Al quarto punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco su “URBANISTICA E SVILUPPO DEL TERRITORIO”.
Si è parlato di una città più bella e vivibile; di pianificazione di interventi di edilizia popolare; dell’attuazione di piani del colore, del verde urbano e del decoro urbano che diano nuovo lustro alla città; di una variante partecipata dello strumento urbanistico; forum e laboratori di quartiere; del completamento della rete viaria principale e secondaria; della progettazione e del dimensionamento della rete idrica e fognaria; dell’individuazione di nuove e più funzionali aree parcheggiabili e di interscambio ( con l’impegno ad emanare il piano urbano della mobilità ); della creazione di spazi pubblici adibiti a verde pubblico e gioco per bambini; dell’intervento sulla mobilità cittadina flagellata dal traffico e dalla cronica assenza di parcheggi; della promozione dell’uso dei mezzi pubblici, aumentando la frequenza delle corse per collegare meglio le diverse zone della città; dell’incentivazione dell’uso della bicicletta con piste ciclabili, arterie e parcheggi davanti a tutte le scuole e gli uffici pubblici; di liberare i marciapiedi esistenti e di crearne di nuovi; della realizzazione di isole pedonali; di una seria lotta all’inciviltà.
Orbene, a parte l’istituzione del mercato del contadino, forse con meno potenzialità di quelle auspicate, nulla di quanto previsto è stato realizzato: nessun intervento di edilizia popolare, anzi, la procedura di assegnazione della case popolari del quartiere Sant’Antonino accusa un ritardo intollerabile, gravando sulle casse del comune le spese per la vigilanza al fine di evitare il perdurante rischio di occupazione abusiva sempre più concreto, mentre intere famiglie con gravi disagi economici versano in stato di gravissima difficoltà; di verde pubblico e decoro urbano è meglio non parlare; così come è meglio non parlare di piste ciclabili, di aree di parcheggio, di isole pedonali e di marciapiedi. Tutto è rimasto lettera morta.
Nessuna iniziativa, nonostante le varie interrogazioni ed una mozione presentata in consiglio, è stata presa per potenziare il trasporto pubblico urbano ed incentivarne l’utilizzo da parte dei cittadini; il PUM ( piano urbano di mobilità ) ed il PUT ( piano urbano dei trasporti ) è solo l’ennesimo impegno non mantenuto, mentre sull’incentivo all’uso della bici, completamente fallimentare è l’esperienza del “bike sharing”, il cui progetto, finanziato sotto la precedente amministrazione, non è stato minimamente promosso e valorizzato dalla presente, e non è mai di fatto decollato. Tanto che nel corso delle iniziative che ne prevedevano l’utilizzo, organizzate da privati o associazioni, anche per fini di promozione, si è dovuto constatare che molte biciclette erano inutilizzabili per difetto di manutenzione.
Al quinto punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco su “CULTURA E SCUOLA”.
Qui il programma, tra le tante cose, prevede: il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico, promettendo il recupero di beni abbandonati ed il potenziamento dei percorsi culturali esistenti; il rilancio della biblioteca comunale “Nannino Di Giovanni” e della sezione per ragazzi della biblioteca “Oasi”; l’istituzione di un museo urbano e archeologico; la tutela e il recupero dell’archivio storico comunale. Mentre con riferimento alla scuola, ricordiamo gli impegni a rivisitare la politica di edilizia scolastica; potenziare il servizio di mensa scolastica, ponendo particolare attenzione sulla qualità del cibo.
Anche in questo caso alla parole non sono seguiti i fatti. Non solo non è stato fatto nulla per rilanciare o valorizzare la biblioteca comunale “rendendola più fruibile anche come sala lettura, fornendola di mezzi finanziari adeguati per rimpinguare il patrimonio librario” ma, a dispetto della durissima filippica contenuta nel programma, nel quale il sindaco dice di considerare “scandaloso lo stato attuale di abbandono della Biblioteca comunale “Di Giovanni””, asserendo che “Bisogna rilanciare questa importante istituzione pubblica, impegnandosi seriamente a risolvere i problemi di proprietà”, inspiegabilmente il comune non si è costituito nel procedimento per Curatela dell’eredità giacente di Di Giovanni Francesco, pendente innanzi al Tribunale di Barcellona P.G., e definitosi nel novembre 2014, in favore di un erede apparso dopo 67 anni, tale Luigi Bonomo. Sancendo così verosimilmente la perdita di qualsiasi speranza a che i beni oggetto della eredità Di Giovanni – che comprendono la sede della Biblioteca comunale, insieme a ad alcuni terreni in Contrada Grotta di Santa Venera, già destinati con delibera n.565 del 1997, alla realizzazione, in collaborazione con Legambiente, di un parco giochi per bambini – siano assegnati al comune.
Sul punto il mistero, in particolare, riguarda una delibera della giunta comunale, la n.186 del 7.06.2014, avente ad oggetto l’ “Opposizione di terzo nel procedimento per Curatela dell’eredità giacente di Di Giovanni Francesco”, con la quale si autorizzava il sindaco ad agire in giudizio a tutela delle ragioni dell’Ente, affidando il patrocinio all’avv. Andrea Lo Castro. Mandato di fatto mai eseguito. Ovviamente aspettiamo di conoscere le ragioni della mancata costituzione.
Quanto alla situazione delle scuole, questa è davanti agli occhi di tutti, essendo note – anche grazie al lavoro svolto dai consiglieri comunali, sia attraverso diverse interrogazioni sia attraverso una circostanziata relazione redatta in seguito a dei sopralluoghi a campione effettuati in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo – le incredibili carenze e la pressoché totale mancanza di manutenzione in quasi tutti gli edifici scolastici comunali, derivandone un quadro veramente desolante.
E’ avvilente vedere una scuola materna dove da oltre un anno mancano le porte dei bagni e dove i bambini debbono arrampicarsi sulle sedie per potersi lavare le mani; è inammissibile che per sostituire una saracinesca, cambiare una maniglia o una lampadina, mettere un vetro alla finestra, potare un albero, riparare una grondaia o allacciare un telefono, bisogna fare decine di segnalazioni, senza che nessuno intervenga; e ancora, è incomprensibile che in una scuola vi sia un ascensore nuovo di zecca che non è stato mai messo in funzione, oppure che in un’altra ( tristemente nota per i ripetuti atti vandalici subiti, che hanno costretto il comune ad un intervento straordinario costato fior di quattrini ) vi sia un costoso impianto di videosorveglianza non funzionante da oltre un anno perché non vengono cambiate le pile, e ciò nonostante le ripetute segnalazioni e nonostante la denuncia della commissione che ha effettuato il sopralluogo; ma soprattutto non è ammissibile che si continui a dormire sulla sicurezza dei bambini, non rimuovendo ostacoli pericolosi o, addirittura, residuati di amianto, ancora presenti in qualche scuola.
Sulla questione del Teatro Mandanici, infine, non può non evidenziarsi la discutibile gestione dell’apertura dello stesso, se si considerano i tempi biblici per il collaudo e le conseguenti spese di custodia a carico del comune; il mancato completamento della Villa Primo Levi, che doveva essere il salotto del Teatro; il bando di gara andato deserto per evidente inadeguatezza dello stesso rispetto alla realtà del settore, non lasciando di fatto alcuna prospettiva al consiglio comunale che l’affidamento all’Ente Teatro di Messina, al fine di non perdere l’ennesima stagione. Il tutto mentre allo stato non risulta intrapresa alcuna iniziativa per addivenire ad gestione autonoma del teatro.
Al sesto punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco su “SVILUPPO ECONOMICO E LAVORO”.
Obiettivi dichiarati: creare consorzi con i comuni vicini per dare impulso a progetti di ampio respiro volti alla promozione di settori importanti come il florovivaismo, l’agricoltura biologica, l’industria agroalimentare; valorizzare l’artigianato di qualità e i prodotti tipici, agevolando le imprese con adeguati strumenti; favorire la creazione di centrali termodinamiche; promuovere eventi culturali e turistici di grande rilievo; favorire l’autoimprenditorialità con la guida di esperti e sollecitare l’incontro domanda – offerta di lavoro; creare complessi fieristici; realizzare eventi e manifestazioni volti a promuovere un turismo sostenibile; valorizzare le nostre spiagge provvedendo alla pulizia stagionale o quotidiana; creare itinerari di collegamento mare – montagna.
Anche tale impegno è stato totalmente disatteso.
A dispetto delle notevoli dichiarazioni d’intenti, nessun progetto di rilievo risulta essere stato messo in cantiere dall’amministrazione in nessuno dei settori indicati. Ed anzi è stato solo grazie all’impegno dei consiglieri comunali se importantissimi progetti come il Centro Intermodale Merci, a cui questa giunta aveva voltato clamorosamente le spalle ( altro che voltare pagina ), facendo capire non rientrasse nei suoi obiettivi di politica del territorio, non sia stato addirittura accantonato.
E la stessa cosa può dirsi con riferimento ad un altro importante progetto; quello per la realizzazione dei lavori di costruzione di un centro commerciale per la vendita di prodotti agricoli in contrada Sant’Andrea ( il c.d. mercato ortofrutticolo ), finanziato per un importo complessivo di 5.000.000,00 di euro, già inserito nel piano triennale dell’ESA ( Ente Sviluppo Agricolo ), dotato di regolare copertura a carico del bilancio della Regione, per il quale era stato redatto il progetto esecutivo e, nell’anno 2008, aggiudicato l’appalto ad una ATI di Agrigento, con la quale, in data 11 aprile 2013, veniva stipulato il contratto per la realizzazione dell’opera.
Opera per la quale solo da ultimo, anche grazie all’intervento del consiglio comunale, si è riusciti a salvare il finanziamento, e ci si è avviati verso la fase esecutiva.
Nulla invece si è dato sapere dell’altro ambizioso e interessante progetto, a quest’ultimo collegato: cioè la creazione della Fiera permanente del florovivaismo, per la quale erano stati reperiti ulteriori fondi dalla Comunità Europea, per la realizzazione di una piattaforma fra le più importanti del meridione.
Nessuna concreta iniziativa, infine, si registra sulla questione “Aeroporto del Mela”, verso la quale, l’amministrazione ha mostrato totale disinteresse, e ciò a prescindere dalla reale fattibilità o dalle valutazioni di impatto ambientale. Questione che – vista la rilevanza – meritava e merita un attento approfondimento e sulla quale non si può avere una posizione preconcetta così come invece è stata assunta.
Al settimo punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco su “POLITICHE SOCIALI E SPORT”.
Diversi anche qui gli obiettivi dichiarati, tra i quali menzioniamo: la diffusione capillare della carta dei servizi alla persona; la creazione di una città a misura di bambino, incrementando gli spazi ludici e incentivando progetti culturali sui fanciulli, con l’intento di investire maggiormente sugli asili pubblici; la promozione della connettività a banda larga su tutto il territorio comunale e l’introduzione wi-fi gratuito; il deciso sostegno per l’affitto alle famiglie a basso reddito; l’abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili; favorire lo sport come strumento di vera promozione sociale, permettendo anche una più facile utilizzazione delle strutture pubbliche da parte sia dei singoli che di gruppi; programmare interventi per gli anziani che prevedano una valorizzazione della vita di comunità; trovare una giusta collocazione per il canile cittadino; eccetera..eccetera
Anche in relazione a questo punto, sarebbe meglio soprassedere: circa le politiche sociali, la carta dei servizi ed il wi-fi gratuito, probabilmente sono nella pagina che ancora bisogna voltare; gli spazi per i bambini, se ve ne sono, non sono di certo dovuti all’attuale amministrazione che ha avuto l’unico pregio di inaugurarne qualcuno, senza poi più provvedere alla cura ed alla regolare manutenzione, se è vero come è vero che ovunque si vedono giochi per bambini danneggiati o mal funzionanti, ed il verde pubblico è in totale stato di abbandono; in merito agli alloggi popolari si è già detto sopra, mentre allo stato non risultano interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il tutto mentre edifici riqualificati, facenti parte del patrimonio comunale, come la ex Centrale del latte di Sant’Antonio, i locali di Sant’Antonino e la stessa Vecchia pescheria, rimangono privi di una destinazione propria e di quella funzione sociale e/o economica a cui erano destinate, con il rischio di vanificare gli interventi di riqualificazione e di sprecare i fondi spesi.
Quanto agli asili pubblici, non risulta in atto alcun investimento, mentre, al contrario risulta che uno degli asili è stato sostanzialmente privatizzato, e sono aumentate le rette.
Per altro verso questa amministrazione si è distinta sin da subito per aver lasciato a casa delle lavoratrici esperte e qualificate, impiegate negli asili nido, sostituendole con personale inesperto ed insufficiente.
Quanto agli anziani, invece, l’unico intervento riguarda la sospensione del servizio di assistenza con grave pregiudizio per gli anziani, rimasti senza questo importante sostegno, e per i lavoratori e le lavoratrici, rimasti a casa senza lavoro.
Con riferimento allo sport, contrariamente a quanto dichiarato nel programma, si è invece proceduto esattamente nella direzione opposta, portando avanti sin da subito una politica tendente a scaricare il più possibile gli impianti, attraverso l’affidamento a privati, aumentando nel contempo le tariffe, e limitando evidentemente il diritto e la possibilità di fruizione per i singoli cittadini o le altre associazioni sportive, tutto questo in un quadro desolante di disinteresse e carenza di manutenzione.
Da alcuni anni, inoltre, non vengono più elargiti i contributi alle associazioni sportive dilettantistiche che costituiscono una parte importante del tessuto socio-culturale della nostra città, e questo nonostante esista e sia tuttora vigente un regolamento Comunale ( il N.49 del 2004 ) che ne preveda e ne disciplina l’erogazione.
Ora, se in un primo momento questo poteva motivarsi con gli effetti dello sforamento del patto di stabilità, già da qualche anno, essendo venuto meno tale limite, non vi è più alcuna reale giustificazione. Del resto ciò di cui parliamo corrisponde ad una somma che nel totale si aggira intorno ai 40.000,00 euro annui, distribuiti a tutte le associazioni iscritte all’albo. Un piccolo contributo che darebbe una boccata di ossigeno allo sport barcellonese, un settore che ha sempre dato tanto alla nostra città; fondamentale per la crescita, lo sviluppo e l’aggregazione dei giovani, e oggi sempre più in difficoltà.
Nonostante anche questa amministrazione, come tante, ami riempirsi la bocca con la parola sport e con le positive suggestioni che ne derivano, nessun progetto è stato immaginato per la realizzazione di nuovi impianti sportivi, anzi è bene sottolineare come sia stato totalmente accantonato quello della realizzazione di una piscina olimpionica, dirottando i fondi sulla ristrutturazione di quella esistente. Ristrutturazione nemmeno iniziata.
Per non parlare della infelice vicenda dell’impianto sportivo in Contrada Manno, dove i lavori sono stati iniziati, sospesi e mai più ripresi in attesa di aggiornamento prezzi, con un’amministrazione che, anziché contestare le eventuali inadempienze della ditta che ha eseguito i lavori, ha preferito rescindere il contratto pagando una penale di 11.000,00 euro !
E per non parlare, ancora, del Centro Ippico, in relazione al quale, nonostante ormai da tempo sia scaduta la convenzione, rimane tutto come prima.
Quanto al canile cittadino, sfumata per fortuna l’iniziativa di piazzarlo in una zona totalmente inadatta poiché vicina ad insediamenti abitativi e inopportuna anche per le modalità con cui veniva realizzata ( con dei box in prefabbricati ), di fatto non risulta null’altro. Solo la mancata esecuzione – una delle tante – di una mozione approvata in consiglio, che prevedeva lo sgravio sulla TARES per chi adottasse un cane. Iniziativa già attuata in molti comuni italiani.
All’ottavo ed ultimo punto del programma sono indicati gli impegni del sindaco relativamente alla “SANITA’ ”.
Obiettivi dichiarati: l’installazione di centraline per il controllo della qualità dell’aria e la creazione di un osservatorio permanente per la classificazione e la quantificazione di malattie tumorali, tiroidee, allergiche e neurodegenerative; la riqualificazione del presidio ospedaliero “Cutroni Zodda”; la creazione di un polo di emergenza territoriale, fornito di rianimazione, con personale qualificato e macchinari adeguati; il sostegno nel percorso di superamento dell’OPG “Vittorio Madia”.
E’ uno dei più grandi fallimenti di questa amministrazione. L’ospedale Cutroni Zodda è di fatto in una fase di progressiva smobilitazione e depotenziamento in favore di altri presidi ospedalieri. Alla chiusura del punto nascite, al depotenziamento dei reparti di chirurgia e urologia ( che da 18 posti letto sono passati a 12 ), alla mancata istituzione di una guardia attiva in cardiologia, ad oggi presidiata da una sola unità, non ha fatto da contraltare l’istituzione o il potenziamento di nessun nuovo reparto, mentre il servizio di cardiologia, in un ospedale punto di riferimento di circa 80.000 persone, è assicurato dalla sola reperibilità notturna e festiva e dalla presenza di un solo cardiologo nei giorni feriali, che deve gestire l’ambulatorio e le emergenze di reparti e di pronto soccorso.
Così, mentre non si è ancora concretizzato il promesso trasferimento delle unità operative di pneumologia e di medicina dall’ospedale di Milazzo, così come definito nel progetto di polo medico e chirurgico accettato dall’amministrazione, all’orizzonte si profila anche la imminente chiusura del reparto di pediatria. Il tutto in un quadro in cui quasi tutte le nostre unità operative semplici dipendono dalle unità operative complesse dell’ospedale di Milazzo, e ciò con buona pace del tanto decantato progetto degli ospedali riuniti.
Quanto al sostegno nel percorso di superamento dell’OPG, ad oggi non si registra alcun intervento o iniziativa concreta in tal senso né alcun proficuo interessamento in merito all’obiettivo della conversione dell’istituto in carcere, al fine di mantenere l’occupazione e, con essa, tutto l’indotto che ruota attorno ad una così importante struttura.
Un vero disastro, insomma, per la cui evidenza basterebbe soltanto l’asettica lettura dei punti del programma, totalmente disattesi.
La verità è che, al di la delle obiettive difficoltà in cui versano più o meno tutti i comuni di una certa entità, a causa della sfavorevole congiuntura economica globale e dei sempre minori trasferimenti da parte dello stato, e che non possono non riconoscersi, il sindaco e la giunta si sono dimostrati non all’altezza; inadeguati nel gestire il patrimonio di progetti in fase di inizio, di realizzazione o di completamento, lasciato in dote dalle precedenti amministrazioni; incapaci di esercitare un’azione amministrativa di qualità e di imprimere una vera svolta al governo della città.
Tantissimi i punti critici rimasti irrisolti o addirittura, ancor più acutizzatisi:
Parliamo dell’aumento della pressione fiscale, con riferimento all’addizionale IRPEF, all’IMU e alla TARSU prima e TASI poi, deliberata quasi nel limite massimo, che fa da contraltare ad una capacità di accertamento e di riscossione ridotta e inceppata, con buona pace dello slogan “pagare tutti e pagare meno”;
Parliamo dell’annosa questione dei precari del comune, totalmente irrisolta, anzi peggiorata nelle prospettive. Questione sulla quale certamente le responsabilità vengono da lontano e vanno suddivise con gli organi sovra ordinati, la Regione in primis, ma sulla quale non può tacersi un certo disimpegno dell’attuale amministrazione;
Parliamo della mancata attuazione della proposta di convenzione tra il comune ed il tribunale per l’impiego nei lavori socialmente utili dei condannati per i reati di droga, aventi diritto, secondo la legge, ad una misura alternativa alla detenzione;
Parliamo della questione del cimitero, per il quale, a quasi tre anni dall’insediamento, non si è presa alcuna decisione in merito all’intervento da realizzare, e questo mentre moltissimi cittadini che hanno versato l’acconto per l’assegnazione del loculo o della cappella rimangono in attesa;
Parliamo della manutenzione delle strade, dell’illuminazione pubblica, del verde pubblico, ridotti in pessime condizioni;
Ed infine parliamo delle “numerose e rilevanti criticità” segnalate dalla Corte dei Conti, sia in ordine alla “regolarità della gestione amministrativa e contabile del comune” sia in ordine all’ “adeguatezza ed efficacia del sistema dei controlli interni all’ente”, e delle quali qui si riportano le più rilevati, quali:
– La mancata approvazione del piano generale di sviluppo;
– L’inidonenità del grado di riscossione delle entrate di competenza a garantire gli equilibri di cassa;
– La mancata realizzazione di processi di razionalizzazione e riorganizzazione amministrativa in relazione agli obiettivi di riduzione delle spese di funzionamento;
– La percentuale assai esigua di ricorso alle procedure di acquisti di beni e servizi attraverso le centrali di committenza (5,73% nel II semestre);
-L’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture mediante procedure di affidamento diretto per un totale di 98 affidamenti e la presenza di n.2 lavori affidati mediante asta pubblica senza pubblicazione di bando;
– In merito al programma annuale di lavori pubblici, l’esigua percentuale di realizzazione del piano triennale delle opere;
– L’assenza di un controllo di gestione all’interno dell’ente;
– La mancata effettuazione di specifiche ispezioni o indagini rivolte ad accertare la regolarità amministrativa e contabile relativa a specifici uffici, servizi, progetti;
Rilievi di assoluta gravità, alle quali non sembra si stia mettendo mano con la necessaria determinazione, soprattutto con riferimento all’eccessivo ricorso agli affidamenti diretti che certamente non fanno onore agli impegni di trasparenza e legalità assunti dal sindaco come cavallo di battaglia elettorale.