Le immagini mostrano l’ostaggio, il tenente Moaz al-Kassasbeh, vestito di arancione e con un ematoma sotto l’occhio destro mentre pronuncia alcune frasi, ripreso in primo piano con alle spalle uno sfondo nero su cui compaiono alcune bandiere dei Paesi della coalizione anti-Isis (tra cui Canada, Francia, Usa, Regno Unito, Emirati arabi e Giordania). In una seconda sequenza si vede poi il pilota giordano in piedi davanti a un gruppo di miliziani armati schierati col volto scoperto e in tuta mimetica. Nell’ultima sequenza si vede l’ostaggio in una gabbia col fuoco che avanza e lo circonda fino a bruciarlo vivo. Poi il cadavere è stato sepolto da un bulldozer sotto le macerie. Poco prima, nello stesso filmato, aveva mostrato i corpi carbonizzati di vittime di bombardamenti aerei della Coalizione. La Giordania ha fatto sapere che il pilota sarebbe stato ucciso il 3 gennaio, da qui il rifiuto dell’Isis di fornire la prova che fosse vivo.
Prigioniero arso vivo: follie dell’Isis
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