La sfida dello Stretto: Aeroporto e Camere di Commercio, Accorinti e Falcomatà inizino dalle criticità

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Stretto_di_messina_satelliteIl vertice di stamane fra il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e quello di Messina, Renato Accorinti, rilancia prepotentemente il tema dell’Area integrata. I primi cittadini, infatti, hanno manifestato l’intenzione di cooperare per far sì che le due sponde dello Stretto possano avvicinarsi sino a percepirsi come un’unica realtà. Vecchio proposito, nuovi adepti verrebbe da dire. Del resto i problemi che le due comunità devono affrontare sono spesso simili, per non dire speculari. Soffermiamoci sui temi caldi  dell’attualità.

A Messina tiene banco il dossier sulla Camera di Commercio locale. L’accorpamento previsto con Catania e volto alla costituzione di un unico blocco per la Sicilia Orientale, ha seminato malcontento in diverse organizzazioni di categoria. Confcommercio, in particolare, ha criticato l’eccessiva solerzia del commissario De Francesco, accusato di aver sponsorizzato “lo scippo” etneo. Dentro l’ente camerale, però, non c’è il paese di Bengodi, ma una terra di sprechi e di sperperi da far tremare le vene ai polsi. Per tale ragione il governo Renzi ha sponsorizzato l’abrogazione delle CCIA sul territorio nazionale. In Sicilia, dove l’autonomia è un vezzo e un vizio, si è optato per una riqualificazione, cioè per una soluzione di compromesso che consenta di aggirare i vincoli romani. Anche questa ipotesi, tuttavia, viene malvista.

Sul fronte reggino, frattanto, suscitano scalpore le dimissioni di Carlo Alberto Porcino. Ancora non è trapelata alcuna indiscrezione sulle motivazioni dell’addio, ma che il presidente del consiglio d’amministrazione della Sogas fosse una mosca bianca che tentava disperatamente di confrontarsi coi debiti dell’ente è cosa nota ai più. Qui la situazione è perfino più intricata: perché se a Messina i dipendenti perorano la causa dell’accorpamento, sul versante calabrese i lavoratori dell’Aeroporto levano al cielo le proprie lamentele. Gli stipendi non arrivano e lo scalo non ingrana: “come facciamo ad andare avanti?” domandano con rabbia.

Accorinti e Falcomatà potrebbero partire da qui, abbandonando il palcoscenico delle conferenze per governare davvero le città. Il Comune virtuoso non è quello che spende meno, ma quello che spende meglio: un assunto questo che i rappresentanti dell’Anci devono tenere a mente per il futuro. Se Messina e Reggio sono davvero un’unica realtà, se le due Città Metropolitane costituiscono un unico blocco solido d’interessi, allora bisogna giocare di squadra, tentare di trovare soluzioni condivise a beneficio di tutti. L’Aeroporto potrebbe ad esempio beneficiare di un contributo decisivo se attirasse la domanda dell’utenza siciliana, così anche un’unica Camera di Commercio a cavallo dello Stretto potrebbe essere decisiva per promuovere al meglio il futuro delle piccole e medie imprese locali. “E’ una proposta sensata che dovrebbe essere presa in considerazione perché corrisponderebbe ad una razionalizzazione sistemica che valorizzerebbe entrambe i poli” afferma non a caso Michele Bisignano, già assessore provinciale di Messina e vicepresidente e consigliere d’amministrazione della Sogas.

Muoversi in questa direzione appare una scelta logica, purché la politica si muova a ritmo spedito e non continui a marciare a passo di gambero utilizzando l’integrazione tra le due sponde dello Stretto come semplice slogan da ripetere a memoria davanti alle telecamere.

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