Barcellona P.G: il consigliere Giuseppe Sottile replica al sindaco Collica sui punti della mozione di sfiducia

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398679_2752511823637_2129593127_nAncora una volta si costretti a replicare agli attacchi – questi si personali – del sindaco, che nella sua astiosa replica più volte ha chiamato in causa il sottoscritto insieme ai firmatari della mozione, scrivendo, peraltro, una lunga serie di inesattezze e banalità. Ovviamente le risposte saranno fornite in maniera completa ed articolata in consiglio comunale, giorno 12 marzo

E’ la replica del consigliere Giuseppe Sottile, uno dei 12 firmatari della richiesta di mozione di sfiducia al sindaco Collica, che fa delle osservazioni in merito al documento diffuso ieri dall’Amministrazione che ha risposto punto per punto alle contestazioni esposte dai promotori della mozione.

In una nota, Sottile, scrive testualmente che “sulla questione della biblioteca comunale, il sindaco continua strenuamente a cimentarsi in una difesa ultronea, mettendola volutamente sulla bagarre, quando la critica mossa è soltanto una, e cioè: posto che riguardo alla Curatela dell’eredità giacente Di Giovanni Francesco vi era un giudizio pendente tra due soggetti che si contendevano – tra l’altro – un bene ( la biblioteca comunale ) che dovrebbe appartenere al comune, per quale ragione non si è intervenuti in tale giudizio, dando così seguito ad una delibera di giunta con la quale si autorizzava il sindaco ad agire in giudizio, e ciò – si ripete – a prescindere dall’esistenza di un parere legale che ne sconsigliava l’azione. Circa la questione degli incarichi legali – rimarca il consigliere – si cerca ancora una volta di mistificare i fatti. Se da un lato, infatti, nessuno disconosce l’esistenza di una direttiva emanata nell’aprile del 2013 avevte ad ad oggetto l’intenzione di regolamentare l’affidamento degli incarichi legali, dall’altro lato, il sindaco fa finta di non sapere che è proprio in seguito nella mozione di studio elaborata in IV commissione, ed in particolare nella dettagliata relazione con cui è stata esitata, che vengono denunciati i “vecchi” sistemi di cui la stessa parla. E non è certo un caso che solo a seguito del voto espresso in consiglio comunale che la predetta direttiva veniva tirata fuori dal cassetto in cui languiva per essere trasformata in una bozza di regolamento, alla disciplina del quale il sottoscritto ritiene di aver dato il proprio contributo, anche grazie allo studio effettuato. Quanto al risparmio di cui tanto ci si vanta -continua – si ripete ancora una volta come questo vada in realtà ascritto principalmente alla liberalizzazione delle tariffe forensi e, dunque, alla eliminazione dei minimi tariffari avvenuta in seguito alla decreto n.1 del 24 gennaio 2012 convertito nella legge n.27 marzo del 2012. Tale modifica ha permesso un consistente risparmio sugli onorari, rispetto ai quali dal marzo del 2012 non vi è più alcun vincolo, potendo questi ultimi essere stabiliti liberamente dall’ente anche al di sotto di quella che in precedenza era la soglia minima di legge. Ad ogni buon conto vale la pena di far sapere ai cittadini che, al di là della retorica, la spesa per gli incarichi legali – come peraltro preventivato nella citata mozione – è già in risalita, se è vero come è vero che si è passati dai 201.296,00 euro del 2013 ai 297.048,00 euro del 2014. Il fatto poi che il regolamento ( trasmesso in commissione soltanto a fine anno, dopo che era stato esitato nel luglio del 2014 ) non sia stato votato nella seduta del 27 febbraio, è dipeso unicamente dalla circostanza che, in pendenza della mozione di sfiducia, si è ritenuto di rinviare un argomento così delicato ad una seduta successiva al voto sulla mozione. E’ semplicemente ridicolo, ma al contempo significativo, che il sindaco continui a speculare sull’argomento! Si rimane invece indignati e amareggiati sulle rivendicazioni fatte in tema di legalità, in merito alla quale il sindaco scade persino nel vittimismo più esasperato, adducendo di essere stata lasciata sola nelle battaglie per la legalità. Un’affermazione vergognosa ed inaccettabile, visto che per primo il sottoscritto più volte si è esposto attraverso mozioni, interrogazioni e comunicati stampa aventi ad oggetto la legalità. Ma è sulla questione del Teatro Mandanici – conclude Sottile –  che si raggiunge l’apoteosi della banalità e della mancanza di argomenti, laddove non solo si mistifica mescolando le diverse posizioni in consiglio comunale, ma si confondono le clausole del bando andato deserto, e redatto esclusivamente dall’amministrazione, con le modifiche apportate al meglio ed in extremis dal consiglio comunale ad una convenzione che vedeva l’amministrazione soggetto inerte delle condizioni dettate dell’Ente Teatro di Messina”.

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