“E!State Liberi”, ecco l’iniziativa culturale per passare le vacanze sui territori confiscati alla mafia

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L’obiettivo dell’iniziativa è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sulla giustizia sociale

Un’estate diversa, nei campi di volontariato sui terreni confiscati alle mafie. Torna ‘E!State Liberi‘, l’iniziativa promossa dall’associazione ‘Libera’ con l’obiettivo di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sulla giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto, e ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. “Quest’anno avremo un incremento del numero dei campi, già siamo a quota 45, e contiamo di confermare e se possibile rafforzare le cifre della precedente edizione con circa 6mila partecipanti” dice all’Adnkronos il direttore nazionale di Libera, Enrico Fontana. “L’anno scorso – spiega – le domande sono state più di 8mila ma purtroppo, per ragioni di disponibilità delle strutture, non siamo riusciti ad accoglierle tutte“.

Fontana sottolinea il carattere speciale di questa esperienza: “Consente di saldare insieme il contributo concreto che si dà a cooperative e strutture che gestiscono beni confiscati alle mafie e che sono impegnate nel sociale in territori anche difficili, con gli incontri, le testimonianze dei familiari delle vittime innocenti, e la possibilità di approfondire e di conoscere da vicino qual è il volto della mafia“. Poi un messaggio per chi sceglierà di partecipare a ‘E!State Liberi’: “Si faccia coinvolgere. Troverà volontari e persone che hanno un entusiasmo straordinario e contagioso. Per tutti quelli che vi hanno partecipato è un’esperienza di vita e anche un segno di speranza“. “E’ difficile – sottolinea il direttore nazionale di Libera – trovare luoghi e occasioni in cui dare un contributo che restituisca il valore del proprio impegno. Questi campi, senza retorica, questa caratteristica l’hanno sempre conservata“. La stagione si apre a Pasqua e fino a ottobre ragazzi, studenti, giovani e anziani, gruppi da tutt’Italia e dall’Europa potranno partecipare a questa iniziativa di impegno civile che ha tre momenti di attività diversificate: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, la formazione e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. Tutti i terreni e i beni confiscati alle mafie coinvolti nella campagna di volontariato sono restituiti alla collettività grazie alla legge 109/96 che permette il riutilizzo sociale dei beni. Sono sedi di cooperative e/o associazioni che rappresentano dei veri e propri presidi di legalità su territori provati dalla violenza mafiosa. Ampia è la tipologia dei campi: per singoli, gruppi, minorenni e famiglie. Da Isola Capo Rizzuto sulle proprietà confiscate agli Arena, alle terre un tempo appartenenti a Brusca e Riina nel corleonese, passando per la Puglia sulle tenute che erano della famiglia Screti, ai beni dei casalesi nel casertano, i volontari saranno impegnati in attività agricole, nella vendemmia, nei lavori di manutenzione del bene confiscato. Al Sud ma anche al Nord, come a Vigevano, in provincia di Pavia, o a Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano. Qui ‘Libera Casa’, sottolinea l’associazione, si inserisce nel contesto difficile del sud ovest della città, che da decenni rappresenta il centro nevralgico della criminalità organizzata in Lombardia.

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