La Strada Statale 106 è l’arteria più pericolosa d’Italia. Tra Reggio e Taranto sono centinaia i morti per incidenti: è uno stillicidio giornaliero, nel silenzio assordante delle istituzioni
È una delle strade italiane con il più alto tasso di mortalità per chilometro. La SS 106 Jonica o “Strada della Morte” è un’arteria lunga 491 chilometri, che comincia a Reggio Calabria e termina nel porto di Taranto. Ogni volta che si prende la cosiddetta “strada della morte”, non si può fare a meno di guardare ai lati della carreggiata. Mazzi di fiori e piccole lapidi commemorative scandiscono il percorso di una delle principali superstrade della Calabria. Chi quella strada la percorre abitualmente è assolutamente conscio dei pericoli che si corrono.
L’atto di istituzione della SS 106 è stato emanato durante il fascismo, precisamente il 17 Maggio del 1928, con il provvedimento costitutivo n.1094
Da alcuni dati del rapporto Aci-Istat, i dati sono realmente preoccupanti: 13 morti in 22 incidenti nel tratto cosentino, un morto in 9 incidenti nel tratto reggino, molto bassa, invece, la media nel tratto pugliese. Le cause che portano ad incidenti con così tante vittime sono molteplici e vanno ricercate soprattutto nella scarsa sicurezza della strada, sempre al centro di cantieri e lavori infiniti.
Altrettanto problematica è la gestione dei fondi per gli appalti, che spesso sono oggetto di inchieste condotte dalla magistratura calabrese.
Questi i dati sugli appalti diffusi dall’Anas per i lavori ancora in corso e relativi al tratto calabrese, cioè quello lungo fino al chilometro 415 dei 491 totali. Sono attualmente in corso quattro interventi, per quasi 1 miliardo di euro di costi complessivi. Il primo intervento è da 11 milioni 504mila 780 euro, destinati a “Lavori straordinari per nuove costruzioni” per la messa in sicurezza tra il chilometro 219 e il chilometro 278, con lavori su 12 caselli e un secondo stralcio che prevede 26 interventi. I lavori sono stati affidati all’impresa General Costruzioni il 22 dicembre 2011 e il termine previsto è il 1° marzo 2013. Tutto l’intervento deve ancora partire. Il secondo intervento, da 10 milioni 319mila 373 euro, riguarda il tratto da Reggio Calabria- Melito Porto Salvo, con un avanzamento dei lavori al 33,86% e la consegna è prevista per il 1° maggio 2012. Infine ci sono i due interventi più costosi. Il primo è per i lavori di ammodernamento del tratto fra Palizzi e Caulonia, consegnati all’impresa 5 anni fa e che, secondo Anas, registrano un completamento pari al 50,05%, con una consegna prevista per il 1° novembre 2012. L’ultimo intervento riguarda la costruzione della E 90, nel tratto della SS 106 tra Squillace e lo svincolo di Simeri Crichi e il prolungamento della SS 280 dei Due mari fra lo svincolo di San Sinato e San Germaneto. L’importo totale è di oltre mezzo miliardo di euro (588 milioni 925mila 764 euro) e con una consegna prevista per il 1° ottobre 2012, con un avanzamento al 91,88 per cento.
Proprio la gestione di uno di questi cantieri situati sulla SS 106 è finita al centro di un’ inchiesta della magistratura. Il riferimento è al cantiere che prevedeva l’ammodernamento della variante di Palizzi. Le indagini hanno portato l’arresto di 21 persone: un funzionario dell’Anas e tre dirigenti della società Condotte S.p.A., nell’ambito dell’operazione “Bellu Lavuru 2”. La prima operazione denominata in modo simile aveva portato all’arresto di 33 persone nel 2008. I reati contestati sono stati: associazione e concorso in associazione di tipo mafioso. Un altra inchiesta è stata “affari di famiglia” nata per l’appalto della messa in sicurezza del tratto da Melito Porto Salvo a Reggio Calabria. Arrestati 5 persone
La proposta di legge n.90/91 recante “Misure per garantire la legalità e la trasparenza sugli appalti” , presentata nel 2010 in consiglio regionale resta ancora in giacenza, sperando che venga tirata fuori da qui a poco (presentata dall’onorevole Magarò del centro-destra)