La storia della Pedemontana ricostruisce in maniera netta le problematicità dell’opera in un territorio in cui il problema della “mobilità” delle persone è diventato veramente preoccupante
La ricostruzione della storia della Pedemontana fatta da Armando Foci ed Aldo Polisena, ricostruisce in maniera netta le problematicità, dell’opera, in un territorio in cui la mobilità è diventato un problema veramente preoccupante. Il disagio del trasporto privato e l’inesistenza di quello pubblico (vedi la sconcertante chiusura delle Ferrovie della Calabria) impone ai soggetti istituzionali territoriali e regionali, ai movimenti e alla società civile un’attenta riflessione. Questi soggetti dovranno necessariamente mobilitarsi permanentemente per rivendicare maggiore attenzione sulla questione trasporti, mobilità, infrastrutture, ambiente e uso del territorio. In questo quadro la questione della Pedemontana della Piana diventa centrale. L’idea di questa infrastruttura ebbe origine negli anni 70 a seguito della costruzione della trasversale Jonio –Tirreno, opera strategica per il collegamento tra la fascia Jonica, l’autostrada e l’area industriale e portuale di Gioia Tauro. L’azione lungimirante di Enti e di cittadini, nonché dei lavoratori, impose allora un’idea che divenne azione progettuale grazie all’impegno della Comunità Montana (C.M.) di Cinquefrondi e del suo Staff Tecnico, il cui obiettivo fu subito quello di realizzare un’arteria stradale che mettesse a sistema tutti i 7 comuni facenti parte della C. M. per creare un collegamento sicuro e veloce tra loro, la Piana e con la costruenda trasversale Jonio -Tirreno. Questa idea trovò un primo tangibile risultato ottenendo un finanziamento, nel 1990, da parte della Regione Calabria di 12 miliardi di lire per costruire il primo tratto tra Cinquefrondi e San Giorgio Morgeto. I lavori iniziarono con la pubblicazione del bando nel 1990 ma, successivamente, furono bloccati a seguito di un contenzioso tra l’Ente appaltante, la C. M., e l’impresa FER.CA.LO. (Ferrocementi). Furono espropriati diversi ettari di terreno in contrada Ventriconi di Cinquefrondi e S.Giorgio, per i quali non furono mai pagati i proprietari dei terreni. Tale felice iniziativa diede poi lo spunto, nel 2001, alla Regione Calabria di approvare l’Accordo di Programma Quadro (APQ) sulle infrastrutture e sulla viabilità nel quale fu previsto finalmente, tra l’altro, la costruzione dell’intera Pedemontana della Piana, da Cinquefrondi a Delianuova. L’atto successivo fu del 2004, quando l’allora Presidente della Provincia Ing. Pietro Fuda, fece pubblicare il bando per costruire la Pedemontana Cinquefrondi – Delianuova, finanziata con 22 milioni di euro. Nel 2007, dopo anni di battaglie legali, la C. M. e la FER.CA.LO., raggiunsero un accordo per la chiusura del contenzioso e lo scioglimento del contratto. Accordo che ha previsto il pagamento all’impresa appaltatrice dei lavori, effettuati e non riconosciuti dalla Direzione Lavori in quanto realizzati in difformità al progetto, per un importo di 650 mila euro. Tre anni dopo, il 26 febbraio 2010, venne sottoscritto un Protocollo d’intesa tra la C. M. e la Provincia di Reggio Calabria (Presidente Morabito) che stabilì, però, oltre al trasferimento alla Provincia della competenza amministrativa, del progetto, delle restanti somme inutilizzate dell’opera (3.702.526,98 euro) e l’impegno al completamento dell’opera anche, purtroppo, che la prosecuzione dell’attività amministrativa per il pagamento delle indennità espropriative ai proprietari restasse a carico del bilancio della C. M. Non risulta però che la C. M. in questi oltre 4 anni abbia avviato alcuna iniziativa risolutiva a tal proposito (dove erano i presidenti e i tecnici di questo Ente?), anche se tale Ente sembra disporre in bilancio di ingenti somme più che sufficienti per risolvere tale problema. Oggi, in presenza del fatto che le CC. MM. sono state soppresse e che quella di Cinquefrondi è in via di liquidazione, chi pagherà gli espropri già effettuati e i danni ai proprietari? Nel luglio 2014 la Provincia ha approvato un nuovo progetto per la costruzione dell’opera che, di fatto, porterà ulteriori e consistenti espropri di terreni a colture pregiate; un progetto che punta a realizzare “La Strada Pedemontana di congiungimento dei Comuni montani di Cinquefrondi-San Giorgio Morgeto-Cittanova e di allaccio tra la ex S.S. 111 e la Strada di Grande Comunicazione di attraversamento della dorsale tra la fascia Jonica e la Piana di Rosarno (Tratto Cinquefrondi-San Giorgio Morgeto). L’Importo dei lavori è di 21.402.556,98 euro. Un progetto che prevede 3 svincoli : San Giorgio Morgeto -Santa Marina, San Giorgio Morgeto Centro e Svincolo di Polistena (quest’ultimo però non previsto nel progetto della C. M.), che prevede il collegamento della Pedemontana con la S.G.C. allo svincolo di Cinquefrondi Est non più in modo diretto come previsto dal progetto della C. M. mediante la realizzazione della “Galleria Perciano” di 155 metri (fra l’altro già in parte realizzata e con i terreni necessari prima e dopo di essa già acquisiti e in parte pagati) ma con l’innesto alla strada provinciale che sale verso la Limina in quanto, si dice, i finanziamenti sono insufficienti (non è per caso che siano diventati insufficienti per via della realizzazione del costoso svincolo, prima non previsto, per Polistena?) e non prevede inoltre lo svincolo di innesto a Ovest, verso Rosarno, sulla trasversale Jonio-Tirreno. L’idea di realizzare un costoso (forse inutile) mega svincolo per Polistena, ricadente però nel territorio di Cinquefrondi crea, di fatto, un ulteriore danno all’ambiente, alla produzione e, particolarmente, ai piccoli proprietari in località Ventriconi di Cinquefrondi che si vedranno ulteriormente espropriati delle loro terre. Chi e perché ha voluto tutto questo? Forse lo si è voluto per un assurdo e anacronistico campanilismo, che perpetua lo spreco del territorio con indifferenza rispetto ai suoi reali bisogni, a quelli dell’ambiente, dell’agricoltura e degli interessi dei piccoli proprietari? Perché non si punta invece alla costruzione di una strada idonea a realizzare una mobilità degna di questo nome?, ecosostenibile e, perché no, anche attenta alle trasformazioni socio-economiche che si vanno imponendo con forza quale, ad esempio, la necessità ormai inderogabile di utilizzare anche nuovi mezzi di locomozione, meno inquinanti e più utili per l’economia e, soprattutto, per la salute dei cittadini come l’uso della bicicletta mediante la realizzazione di apposite e sicure corsie? Si realizzerà, quindi, se non si creerà subito una vigile e democratica mobilitazione, un’opera poco utile ai bisogni del territorio, non al passo con i tempi, che non si collegherà con la Jonio- Tirreno in direzione Rosarno, contorta, dispersiva e più costosa nel collegamento con Gioiosa Jonica, che creerà nuovi disagi, nuovi espropri e danni in località tra le più belle e produttive della Piana. Con il risultato di continuare a compromettere definitivamente la nostra più grande risorsa : il territorio e l’ambiente. Ancora una volta potrebbe essere negato al territorio il diritto ad avere un’opera moderna e funzionale, visto tra l’altro le pessime condizioni della rete stradale della Piana interna. Ecco perché si chiede alla Provincia, alla Regione, ai Comuni, alla Comunità Montana e alle istituzioni locali ciascuno per la propria competenza , anzitutto una rapida risoluzione della questione degli espropri del 1992 con il relativo risarcimento per i terreni occupati e per i danni subiti dagli agricoltori a causa del blocco della loro attività e la perdita dei prodotti agricoli. Si chiede inoltre la rivisitazione e il miglioramento del progetto della Pedemontana (in fase di gara perché non si ritiene opportuno rallentare l’iter dell’appalto) da parte delle Imprese che parteciperanno, previo consenso e iniziativa ufficiale in tal senso dei Comuni interessati e della Provincia (che potrebbe inserire nel bando di gara tali richieste alle Imprese in fase di redazione del progetto esecutivo), per una sua completa, funzionale e moderna realizzazione al passo con i tempi, rivedendo il numero e la portata degli svincoli, soprattutto quelli di Polistena e San Giorgio Morgeto, prevedendo l’allaccio con la S.G.C. tramite la realizzazione della “Galleria Perciano” nei pressi dello Svincolo Est di Cinquefrondi (misteriosamente scomparsa nel progetto della Provincia e presente invece nel progetto della C. M., la costruzione dello svincolo di collegamento della Pedemontana verso Rosarno e, infine, ma non certo perché meno importanti, un ottimale inserimento delle opere da realizzare con materiali ecocompatibili e nel rispetto dell’ambiente, l’autosufficienza energetica con l’uso di energie rinnovabili, un’adeguata e moderna segnaletica orizzontale e verticale e la previsione di una corsia sicura per il transito con le biciclette. Se questo non sarà realizzato si costruirà l’ennesima e anacronistica cattedrale nel deserto tipica del Meridione e di una certa sottocultura, con un ulteriore grave danno al territorio ed alla popolazione dei Comuni interessati, ad un’area che, anche dal punto di vista paesaggistico, è tra le più belle della Piana. Chiediamo alla Provincia, alla Regione ed ai Comuni ogni sforzo possibile affinché l’opera sia congruente, sostenibile e che offra migliori opportunità per la realtà socio-economica territoriale, per migliorare la rete infrastrutturale e di trasporto, per permettere a tutti i centri urbani, maggiori e minori, di poter usufruire di raccordi adeguati e sicuri al fine di superare il deficit di integrazione del servizio di trasporto e per garantire una moderna accessibilità dinamica all’intera Piana.