Nella giornata di ieri il sindaco, Renato Accorinti, ha illustrato a Roma, nel corso di una riunione al Ministero delle Infrastrutture, le criticità riscontrate per il porto di Tremestieri. I continui insabbiamenti hanno persuaso l’Amministrazione cittadina dell’opportunità di un vertice chiarificatore, alla presenza del presidente dell’Autorità Portuale e dei responsabili del dicastero. Fra questi, si è registrata la presenza di Vincenzo Garofalo, parlamentare del Nuovo Centro Destra ed esperto in materia per conto del Ministro Lupi.
Accorinti, evidenziando come servano investimenti concreti per l’approdo, ha chiesto poteri speciali per un anno, annunciando che un team di Palazzo Zanca è al lavoro per appurare le responsabilità della situazione odierna e presentare gli opportuni incartamenti in Procura. Dall’Autorità fanno sapere che l’incontro è stato proficuo e che il Ministero si è impegnato in prima linea per garantire il necessario supporto. Sotto il profilo operativo, poi, la stessa Autorità ha proposto di costruire un sistema d’avanguardia che dovrebbe intercettare le sabbie prima che arrivino in prossimità dello scalo. Bisognerà vedere come tale progetto sarà inquadrato nell’ampliamento infrastrutturale previsto.
Contestualmente il primo cittadino ha voluto appellarsi direttamente al Ministro presentando una lettera sul tema della dismissione annunciata da Rfi: “Desidero ribadire, anche in questa occasione, la contrarietà ad un progetto che riduce ulteriormente i treni passeggeri del cosiddetto servizio universale che invece, anche in armonia con i principi comunitari, debbono garantire la continuità territoriale anche per quella utenza di tipo sociale che utilizza il treno a lunga percorrenza per soddisfare il proprio diritto alla mobilità“. “Insieme all’Anci regionale – prosegue Accorinti – abbiamo detto un chiaro no a qualsiasi ridimensionamento dell’offerta di treni e navi, sostenendo invece la necessità di urgenti interventi di potenziamento ed ammodernamento del traghettamento ferroviario nello Stretto di Messina“. Manifesta contrarietà al ridimensionamento dell’offerta dunque, perché lo Stretto rappresenta un nodo strategico “nei corridoi della Rete TEN-T e il mancato potenziamento di questo snodo comprometterà le opportunità di sviluppo di tutto il territorio, rischiando di condannarlo ad una marginalizzazione irreversibile“.