Un tuffo nella medicina, fatto di concetti semplici e immediati. Una richiesta, quella di venire in ospedale, manifestata dagli stessi alunni, che hanno motivato questa scelta perché incuriositi da questo muscolo così importante. Ad accompagnare le due quarte classi del liceo classico e scientifico c’erano le professoresse Paola Sturiale (Scienze) e Letteria Palmeri ( Matematica e fisica). All’incontro erano presenti anche il prof. Giuseppe Oreto, direttore dell’UOC di terapia cardiologia intensiva ed interventistica, e della Scuola di Specializzazione in malattie cardiovascolari della nostra Università, e il prof. Giuseppe Andò. Quest’ultimo ha introdotto alcuni temi di base relativi al funzionamento del muscolo cardiaco sottolineando l’importanza che, in caso di infarto, assume l’angioplastica effettuata in tempi brevi.
Tempestività, dunque, una parola chiave richiamata più volte nel corso della mattinata ed evidenziata anche dal prof. Carerj nella sua relazione, perché ci sono alcune regole fondamentali da seguire quando ci troviamo di fronte ad una persona che ha un attacco di cuore. Da qui la spiegazione di tutti i passaggi che fanno parte della “catena della vita” e che comprendono: la chiamata al 118, le manovre rianimatorie, l’assistenza e il trasporto presso un centro specializzato, possibilmente, dove sia presente l’emodinamica. .
Velocità di intervento, ma soprattutto prevenzione perché “informare ed educare è meglio che curare”. È un concetto fondamentale che il prof. Carerj ha sottolineato con forza, ribadendo quanto sia importante la corretta alimentazione e l’esercizio dell’attività fisica. Temi di certo più volte rimarcati all’opinione pubblica, ma che hanno ancor più valore per le nuove generazioni. “Dovete cominciare fin da ora – ha detto il prof. Carerj – ad avere un’ igiene di vita corretta; il primo step è il mangiar sano, il secondo è lo sport”. Sport che è stato analizzato anche sotto un altro punto di vista, con un richiamo alla mortalità improvvisa nei giovani atleti. I ragazzi hanno compreso quali sono i fattori di rischio per coloro che praticano attività agonistica e perché questi soggetti spesso vanno incontro ad episodi drammatici. Secondo uno studio italiano, infatti, la morte improvvisa è tre volte più frequente negli atleti che praticano attività agonistica e coinvolge spesso chi ha un’età inferiore ai 35 anni. Al termine della lezione gli studenti hanno poi visitato il laboratorio di ecocardiografia: qui hanno visto le macchine e le innovative tecnologie utilizzate per eseguire gli esami diagnostici.