Messina, luci e ombre del Risorgimento raccontate al Seguenza

/
StrettoWeb

risorgimento messinaPartecipata conferenza quella svolta al Liceo Scientifico “G. Seguenza” di Messina, avente come tema: “Il Popolo racconta la Storia. Dall’Impresa dei Mille al Brigantaggio. Sogni e illusioni del Sud agli albori dell’Unità d’Italia”.

L’incontro, coordinato dalle professoresse Letizia Palumbo e Rossana Pollicino, è stato organizzato nell’ambito del programma “Incontri In Biblioteca”, con lo scopo di rendere il Liceo Seguenza promotore di momenti culturali e di aggregazione per il territorio.

Introdotto dalla Preside Maria Rosaria Mangano, il prof. Enzo Caruso, docente del Liceo, nelle vesti di narratore e musicista, si è reso protagonista di un avvincente racconto che, attraverso fonti orali, documenti e brani della tradizione popolare, ha riportato in luce pagine di storia del Risorgimento, parallele a quelle ufficiali, decisamente inedite e coinvolgenti.

Dall’arrivo di Garibaldi in Sicilia, accolto festosamente dal popolo che lo sostiene nella rivolta, ai fatti di Bronte e quindi alla spietata repressione dell’esercito Piemontese nei confronti del Meridione, Caruso ha posto l’accento sul fenomeno del Brigantaggio, espressione sociale di ribellione alle dure leggi del Governo Piemontese e alle stragi, alle fucilazioni e alle deportazioni subite dal popolo meridionale, tradito per l’ennesima volta dal sogno del cambiamento.

La figura di Garibaldi viene presentata come colui che, utile alla causa per il suo carisma, si rivela strumento e vittima dei giochi di potere di Cavour che cinicamente sfrutta la popolarità del Generale per raggiungere i fini dell’annessione del Regno di Sicilia; dopo aver promesso le terre al popolo in nome di Vittorio Emanuele, Garibaldi osserva impotente l’evolversi dei fatti, viene privato degli onori e liquidato con onorificenze che lui rifiuta, ritirandosi oltraggiato e deluso a Caprera.

Protagonista assoluto dell’incontro il Popolo, elemento essenziale per accendere la rivoluzione, con la promessa di libertà da ogni oppressione; un popolo che scrive la sua storia e i suoi sentimenti attraverso il canto che diviene espressione di rivolta, della sua rabbia e poi della sua ennesima delusione.

L’applaudito e coinvolgente incontro è stato arricchito dall’intervento del Dott. Sergio Todesco, direttore della Biblioteca Regionale e Antropologo, che ha evidenziato, nella pittura dei carretti e negli oggetti di manifattura pastorale, quanto il Mito di Garibaldi abbia influito nell’arte popolare.

Particolarmente apprezzati sono stati alcuni canti del periodo risorgimentale, eseguiti dallo stesso Enzo Caruso (voce e chitarra), Clara Santamaria (voce) e Antonio Pizzi al violoncello.

Condividi