Il Piano di riorganizzazione, infatti, si legge nella nota di Poste Italiane è solo rinviato per il tempo necessario a un confronto con le Regioni e i Comuni interessati per “conciliare le esigenze aziendali con le istanze e le possibili eccezioni rappresentate dai territori”.
“Il rinvio è la testimonianza che le proteste del sindacato e delle realtà territoriali sono arrivate sino ai vertici dell’azienda – continua Gisella Schillaci – ma il piano di Poste è chiaro ed è quello di chiudere gli uffici sul territori. Quindi, non abbasseremo certo la guardia adesso”.
La Cisl rimane scettica sulle modalità di garanzia dei servizi alle fasce più deboli della popolazione. “Poste Italiane assicura che i servizi saranno comunque garantiti anche nei centri in cui sarà chiuso l’ufficio postale – conclude la Schillaci – ma sarebbe opportuno conoscere come saranno garantiti e far partire le soluzioni individuate prima della chiusura degli uffici perché su questo tema c’è ancora troppa incertezza”.