Dal Consorzio Asi all’Ente Fiera: la Provincia apre il portafogli. Altro che “saldi”, siamo alla liquidazione?
Se infatti entriamo nel dettaglio, ci rendiamo conto di come alcune anomalie saltino agli occhi, anomalie che alimentano perplessità sulla gestione della Provincia Regionale e sulla salvaguardia delle sue finanze.
Affinché tale realtà paghi è indispensabile che si tratti di debiti certi, liquidi ed esigibili. Di più. Il rapporto originale che intercorreva fra Provincia e consorzi doveva trovare la propria ragion d’essere in determinate condizioni: esso doveva essere armonico alla mission istituzionale di Palazzo dei Leoni, doveva portare utilità al territorio e alla cittadinanza, l’oggetto sociale doveva essere compatibile con i desiderata della Provincia e l’ente doveva poter esercitare una forma di controllo democratico su dette realtà. In assenza dei suddetti requisiti, la Provincia avrebbe dovuto trarre le opportune conclusioni, venendo meno a qualsiasi impegno contratto in precedenza.
Ora, tenendo in considerazione quanto auspicato dalla Corte dei Conti nel novembre 2008, allorquando l’organo invitava ad esercitare fitti controlli per evitare che i risultati negativi degli organismi nei quali la Provincia era presente potessero condizionare – in ultima istanza – il bilancio stesso dell’Amministrazione, meglio si comprendono alcune criticità.
Capitolo Asi. Tra il 2005 ed il 2012, il Consorzio Asi ha aumentato gradualmente ed unilateralmente le richieste nei confronti di Palazzo dei Leoni. Si è passati da un contributo richiesto di 75 mila euro ad un contributo richiesto di 127 mila euro, mentre la Provincia destinava a tale realtà una quota fissa di 42.948 euro, spicciolo più spicciolo meno.
Capitolo Ente Fiera. La presenza effimera della Provincia nell’Ente Autonomo Fiera di Messina resta, ad oggi, un mistero politico. Va bene, le scelte sbagliate si pagano, ma se il 14 dicembre 2011 era stata decretata la fuoriuscita della Provincia dall’Ente, perché a dicembre del 2014, cioè tre anni dopo e senza l’ombra di una contestazione giudiziaria, sono stati stanziati altri 51.650 euro per la quota associativa del 2012? Qualcosa non quadra.
Capitolo AICCRE. Ultima, ma non ultima in ordine d’importanza, l’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa. Il 18 novembre 2011 viene votata la fuoriuscita della Provincia. Lo scopo dell’Associazione era infatti “difendere e rafforzare l’autonomia degli enti locali territoriali”, un obiettivo che non rientra più nei disegni Palazzo dei Leoni. Risultato? A novembre del 2014 si stanziano 11.586 euro aggiuntivi per liquidare e pagare l’Aiccre.
Va bene, parafrasando Aleksandr Puškin “il debito è bello quand’è pagato”, però suggeriremmo di non trascurare il monito di Gervaso: “chi assume troppe responsabilità talvolta diventa irresponsabile”.