Messina, soldi buttati: la Provincia fra enti e consorzi

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Dal Consorzio Asi all’Ente Fiera: la Provincia apre il portafogli. Altro che “saldi”, siamo alla liquidazione?

La Provincia regionale di Messina ha deciso di chiudere i contenziosi coi vecchi consorzi e con gli organismi con cui aveva rapporti in sospeso. L’ente guidato dal commissario Filippo Romano ha messo mano al portafogli, tanto da spingere alcuni osservatori a presentare l’operazione come dei saldi “fuori stagione“: 538mila euro sono stati stanziati per il Consorzio Asi, 6mila euro alla realtà Strade e rotte del Vino, 11.586 euro per l’Aiccre e 51.650 euro per la Fiera di Messina. Sono solo alcune voci di spesa, che abbiamo sintetizzato per questioni di spazio. Tutto da copione? Non proprio.

Se infatti entriamo nel dettaglio, ci rendiamo conto di come alcune anomalie saltino agli occhi, anomalie che alimentano perplessità sulla gestione della Provincia Regionale e sulla salvaguardia delle sue finanze.

Affinché tale realtà paghi è indispensabile che si tratti di debiti certi, liquidi ed esigibili. Di più. Il rapporto originale che intercorreva fra Provincia e consorzi doveva trovare la propria ragion d’essere in determinate condizioni: esso doveva essere armonico alla mission istituzionale di Palazzo dei Leoni, doveva portare utilità al territorio e alla cittadinanza, l’oggetto sociale doveva essere compatibile con i desiderata della Provincia e l’ente doveva poter esercitare una forma di controllo democratico su dette realtà. In assenza dei suddetti requisiti, la Provincia avrebbe dovuto trarre le opportune conclusioni, venendo meno a qualsiasi impegno contratto in precedenza.

Ora, tenendo in considerazione quanto auspicato dalla Corte dei Conti nel novembre 2008, allorquando l’organo invitava ad esercitare fitti controlli per evitare che i risultati negativi degli organismi nei quali la Provincia era presente potessero condizionare – in ultima istanza – il bilancio stesso dell’Amministrazione, meglio si comprendono alcune criticità.

Capitolo Asi. Tra il 2005 ed il 2012, il Consorzio Asi ha aumentato gradualmente ed unilateralmente le richieste nei confronti di Palazzo dei Leoni. Si è passati da un contributo richiesto di 75 mila euro ad un contributo richiesto di 127 mila euro, mentre la Provincia destinava a tale realtà una quota fissa di 42.948 euro, spicciolo più spicciolo meno. Il Consorzio, commissariato per lungo tempo, determinava le quote in maniera controversa, tanto da spingere l’allora Amministrazione Ricevuto a censurare “un abnorme modo di procedere”, per giunta “illegittimamente reiterato”. La stessa Amministrazione, nel dicembre del 2011, sollecitava il Consorzio a fare chiarezza, stante “i criteri indecifrabili” che avevano portato alla richiesta di quelle somme. In assenza di riscontri, a metà mese la Giunta deliberava la fuoriuscita dal Consorzio Asi, dando mandato al Capo di Gabinetto di predisporre le pratiche opportune per raggiungere tale risultato. Veniamo al 2014: nel novembre scorso l’ente ha liquidato il rapporto con una determina. In essa si assecondavano le pretese unilaterali dell’Asi, fornendo 538.134,36 euro all’Irsap di Alfonso Cicero. Sì, perché nel frattempo il Consorzio è stato soppresso con una legge regionale del 2012, così la Provincia – anziché contestare quelle richieste di per sé sui generis – ha optato per liquidare il contenzioso accontentando le richieste della controparte. E poco importa se la controparte nel frattempo è venuta a mancare. Addirittura sono stati versati 127 mila euro per il 2012, nonostante il capo di gabinetto avesse avuto mandato di chiudere i rapporti sin dalla fine dell’anno precedente. Come mai?

Capitolo Ente Fiera. La presenza effimera della Provincia nell’Ente Autonomo Fiera di Messina resta, ad oggi, un mistero politico. Va bene, le scelte  sbagliate si pagano, ma se il 14 dicembre 2011 era stata decretata la fuoriuscita della Provincia dall’Ente, perché a dicembre del 2014, cioè tre anni dopo e senza l’ombra di una contestazione giudiziaria, sono stati stanziati altri 51.650 euro per la quota associativa del 2012? Qualcosa non quadra.

Capitolo URPS. Veniamo così all’Unione Regionale delle Province Siciliane. Il 7 agosto del 2013 Filippo Romano firma, come Commissario Straordinario, la fuoriuscita dall’Urps e la dismissione della relativa quota associativa di 106mila euro. E tuttavia, il 20 novembre 2014, lo stesso commissario impegna altri 90.975,36 euro per il pagamento delle quote associative del 2013. Il perché è presto detto: come nel caso dell’Ente Fiera, l’Amministrazione non ha provveduto nei tempi utili a stanziare le somme occorrenti al pagamento delle quote associative. Domanda banale: su chi ricade tale responsabilità?

Capitolo AICCRE. Ultima, ma non ultima in ordine d’importanza, l’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa. Il 18 novembre 2011 viene votata la fuoriuscita della Provincia. Lo scopo dell’Associazione era infatti “difendere e rafforzare l’autonomia degli enti locali territoriali”, un obiettivo che non rientra più nei disegni Palazzo dei Leoni. Risultato? A novembre  del 2014 si stanziano 11.586 euro aggiuntivi per liquidare e pagare l’Aiccre.

Va bene, parafrasando Aleksandr Puškin “il debito è bello quand’è pagato”, però suggeriremmo di non trascurare il monito di Gervaso: “chi assume troppe responsabilità talvolta diventa irresponsabile”.

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