Allerta Meteo a Reggio Calabria: domani le scuole rimarranno chiuse in città dopo la decisione del Sindaco Falcomatà. Mugugni e polemiche ma è giusto così
La decisione, sofferta, è arrivata così tardi perchè – in base ad indiscrezioni avute direttamente da Palazzo San Giorgio – l’allerta meteo avrebbe “infastidito” il Sindaco Falcomatà e l’Amministrazione Comunale. Falcomatà già a inizio novembre 2014, appena due settimane dopo essere stato eletto, quando ancora non aveva neanche nominato la Giunta, aveva firmato una simile ordinanza chiudendo le scuole per due giorni per un’allerta meteo di spessore analogo a quella odierna per domani. Addirittura adesso il Sindaco Falcomatà e l’assessore Zimbalatti starebbero pensando ad una “missione” a Catanzaro per chiedere chiarimento all’Arpacal sul sistema di allertamento, considerato troppo leggero e soprattutto troppo ambiguo nei confronti delle responsabilità dei primi cittadini.
Le Protezioni Civili Regionali, nel 90% dei casi, non fanno altro che riportare il bollettino di criticità diffuso dal Centro Funzionale Nazionale della Protezione Civile, che ogni giorno emana i bollettini previsionali per i due giorni successivi. Il problema, quindi (ammesso che ci fosse un problema), non sta a Catanzaro ma a Roma. Soltanto la Liguria, dopo una serie di eventi calamitosi di proporzioni apocalittiche, negli ultimi anni ha adottato un proprio sistema di allerta differente da quello della protezione civile nazionale, con colorazioni e gradi di rischio diversi. Una scelta che non ha fatto altro che confondere ulteriormente le idee dei cittadini.
La meteorologia è una scienza e pur non potendo prevedere con estrema precisione gli eventi alluvionali, può illustrare quando è elevato il rischio che questi eventi si verifichino. Ben venga, quindi, ogni tipo di intervento di prevenzione, come la chiusura delle scuole, senza dimenticare che la prima “protezione civile” di ogni cittadino è “l’auto-protezione“, cioè la protezione di se’ stessi. Molto spesso, infatti, le vittime del maltempo sono gli incoscienti che nonostante le condizioni meteo avverse si azzardano ad attraversare torrenti in piena, si mettono in viaggio anche per futili motivi nonostante le allerte e gli avvisi, preferiscono “non condizionare” la propria vita per le previsioni del tempo che il nostro fatalismo vede quasi come se fossero un oroscopo, per poi versare lacrime di coccodrillo al primo evento tragicamente luttuoso.
Il problema dell’allerta meteo, delle scuole chiuse e soprattutto delle polemiche, non è in realtà ne’ il sistema di allerta ne’ altro. E’ un problema culturale, tipico delle civiltà latine ancora oggi ancorate ad un fatalismo medioevale e anti-scientifico. Esattamente l’opposto rispetto alla mentalità evoluta e civilizzata della cultura anglosassone: ricordate le previsioni meteo della “più grande nevicata della storia” annunciata su New York esattamente due mesi fa? Altro che scuole: lì il Sindaco ha chiuso tutto, gli uffici, le strade. Parliamo di New York, la “capitale del mondo”, la città più evoluta che ci possa essere da tutti i punti di vista. E’ rimasta blindata, poi non ha nevicato come si pensava. Hanno sbagliato le previsioni meteo, a New York. Il Sindaco Bill de Blasio è stato felicissimo di annunciare lo scampato pericolo e ne è uscito alla grande: “è meglio prevenire che curare – ha dichiarato raggiante – c’erano dei rischi e i provvedimenti sono stati necessari per tutelare l’incolumità della popolazione. Ci auguravamo ovviamente che non succedesse il peggio, ma eravamo pronti anche in quel caso ad affrontarlo. Per fortuna è andata bene, ma anche le prossime volte faremo così perchè è giusto prevenire sempre e nel 2015 la scienza ci consente di essere preparati a fenomeni che una volta arrivavano all’improvviso“. Sarebbe stupido, infatti, non agevolarsi delle conoscenze scientifiche del terzo millennio per tutelare la propria incolumità.
Le polemiche nei confronti del Sindaco Falcomatà stasera a Reggio sembrano non solo gratuite, ma anche banali. Consideriamo inaccettabili anche quelle di chi gli è avverso politicamente, che evidentemente sfrutta l’occasione a prescindere (avrebbero detto che doveva chiuderle qualora non le avesse chiuse), anche perché ci sarebbero ben altre motivazioni più importanti per evidenziare le carenze di chi amministra da ormai oltre cinque mesi una città in cui sembra che il commissariamento non sia mai finito e che si ritrova in condizioni ogni giorno sempre più disastrate, dalle strade ormai ai limiti della carrabilità alla continua emergenza rifiuti, dall’incuria alla sporcizia e all’abbandono degli spazi pubblici. Utilizzare l’allerta meteo come pretesto per cavalcare l’onda di un malcontento che cova nella delusione di una speranza che sembra infrangersi non solo è scorretto, ma anche controproducente. E domani – comunque – pioverà. Falcomatà, almeno stavolta, ha fatto bene.