Le opere compensative restano un miraggio: è il fallimento dell’ecologismo sociale
Quanti facevano notare che senza Ponte le opere compensative sarebbero state un miraggio, ché gli investitori non avrebbero avuto più alcun interesse a drenare risorse nel profondo Sud, venivano tacciati d’eresia, trattati come stolti o come servi della Impregilo. Ebbene a Palermo governa Leoluca Orlando, le sorti di Catania sono rette da Enzo Bianco, Messina è nelle mani dell’attivista Renato Accorinti e la Regione è un feudo di Rosario Crocetta. Eppure, nonostante la cabina di regia sia palesemente ispirata ai valori di un ecologismo sociale, continuano a crollare strade e viadotti, da Scorciavacche a Scillato, alla faccia degli interventi mirati. Segno che qualcosa non è andato per il verso giusto e che, accantonato il progetto della gigantesca infrastruttura che avrebbe collegato Messina e Reggio, l’isola si è ritrovata ancora più distante dall’Italia.
La situazione è questa: nel Nord si affrontano i nodi legati all’alta velocità e si discute se sia opportuno o meno bucherellare le montagne per avere vetture d’avanguardia, come nel resto d’Europa. Ci sono, per carità, sacche di resistenza civile, ma si traducono perlopiù nell’opposizione comprensibile delle piccole comunità locali e nel rinnovato attivismo di ex esponenti di Lotta Continua.
Il progetto #ItaliaSicura, voluto dal premier Matteo Renzi, si ferma a Villa. Lo ha fatto capire Erasmo D’Angelis, contestando la sciatteria degli amministratori che “potevano e dovevano intervenire” per tempo. A questo punto chiedersi che fine abbiano fatto i dettami della prevenzione e dove siano finiti i Soloni che spiegavano in lungo e largo quale fosse l’ordine di priorità nel miglioramento delle reti stradali appare un’operazione obbligata. Di più: chi regge le sorti degli Enti locali deve chiarire come intende procedere per scongiurare nuove emergenze, quali prospettive di sviluppo seguire e dove si possono reperire i fondi necessari. Possibilmente senza citare fantomatici fondi ministeriali o la sempreverde lotta all’evasione. Il resto è fuffa, destinata a finire sotto le macerie. In senso letterale, purtroppo.