Gli esemplari hanno invaso le zone collinari e montane distruggendo interi frutteti e coltivazioni nonchè i sistemi di irrigazione, in località in cui l’agricoltura è la fonte di sostentamento primaria
Le borgate di Calatria, Ursini e Campoli stanno vivendo un periodo non proficuo per quanto riguarda le attività agricole, che fanno da traino alla piccola realtà di queste località; a minacciare le colture infatti sembrano essere un eccesso di cinghiali che si aggira nelle zone collinari e montane distruggendo le coltivazioni e di conseguenza danneggiando economicamente gli agricoltori. Gli abitanti della zona, sono esasperati da questa situazione che ormai si trascina da tempo, tanto da spingerli a rivolgersi, con un’azione collettiva, ad uno studio legale che si è rivolto a loro nome al settore di Forestazione della Regione, a quello addetto alla Caccia e alla Pesca della Provincia e al Prefetto, come riportato su la Gazzetta del Sud. Gli animali infatti hanno invaso non solo le zone collinari ma anche quelle costiere, ed anche i territorio a ridosso delle fiumare Precariti e Amusa. I cittadini, pur non essendo contro gli animali, sono esasperati e chiedono un rimedio a questa situazione che li sta mettendo in ginocchio, proprio perché l’attività agricola è la loro fonte di sostentamento primaria. Con questa azione ci si aspetta che le autorità e chi di competenza agiscano con interventi mirati ad arginare il problema del libero transito dei cinghiali che stanno deturpando frutteti, terreni, coltivazioni nonché impianti di irrigazione. I cittadini hanno proposto perciò l’abbattimento dei capi in esubero, che non vengono controllati in alcun modo dall’Ambito Territoriale Caccia competente nel territorio e si riservano il diritto di chiedere un eventuale risarcimento dei danni causati dagli animali sui propri terreni.