Messina, la Cartour si sposta su Catania: Franza dimezza il servizio e “attracca” nel porto etneo

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La Caronte & Tourist taglia le navi provenienti da Salerno: strategia economica o burrasca politica?

L’ipotesi era già stata ventilata da Vincenzo Franza all’indomani della “battaglia del cavalcavia”: quando il sindaco fermava fisicamente i tir, ripreso dalle ammaliate telecamere di Repubblica e Corriere, la Cartour issava le proprie barricate. Così, tra il serio e il faceto, l’armatore parlava a nuora perché suocera intendesse. La società lo disse chiaramente: Messina per noi è uno scalo importante, ma è importante in questo dato momento storico, non è detto che le nostre navi non possano guardare altrove.

Adesso, dopo il tira e molla della scorsa estate, i Franza passano dalle parole ai fatti. E’ di ieri la notizia della join venture con il gruppo Tomasos, una partnership che porterà la Caronte & Tourist a puntare sul porto etneo con le proprie imbarcazioni provenienti da Salerno. Per la città, insomma, ci sarà una drastica riduzione del traffico marittimo: un solo mezzo campano, la Epsilon, continuerà a muoversi lungo la rotta dello Stretto.

Dal punto di vista societario la nuova strategia viene accreditata in funzione di scopi precisi: essi corrispondono al disegno del management di voler sfruttare di più il settore delle autostrade del mare, potenziando e diversificando. Epperò è sin troppo facile pensare che le reazioni smodate di Palazzo Zanca abbiano inciso, e non poco, su questa decisione. Il dialogo fra la Giunta e il gruppo Cartour è stato quantomeno burrascoso: da un lato Accorinti bloccava i mezzi pesanti, dall’altro un suo assessore – Tonino Perna – chiedeva puntualmente un aiuto economico per l’organizzazione della Vara. Non si può essere monarchici a dispetto del re e non si può nemmeno pensare d’investire in una realtà che ti rimanda continuamente al Tar, tutto questo mentre la classe dirigente cittadina si dichiara pronta alla crociata. Catania si è attrezzata ed ha intercettato il malumore del gruppo. Adesso Accorinti che farà?

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