La famiglia De Stefano-Tegano è tra le più potenti ‘ndrine calabresi che opera sul territorio di Reggio
La famiglia De Stefano-Tegano è una tra le più potenti ‘ndrine calabresi che opera sul territorio di Reggio. Vengono definiti il clan degli “Arcoti” perché hanno la loro base nel quartiere di Archi. Il capostipite Don Mico Tripodo era tra gli anni ’50 e ’70 uno dei tre esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese insieme a Don Mommo Piromalli nella Piana di Gioia Tauro e Antonio Macrì nella Locride. La cosca con lui fu alleata della Famiglia di Corleone, in Sicilia, divenne compare d’anello di Luciano Leggio e poi Totò Riina. Tra il 1974 e 1976 scoppia una faida interna tra Paolo De Stefano e Mico Tripodo, che scaturirà nella Prima guerra di ‘Ndrangheta, dove vedrà il secondo perdente. Don Mico Tripodo fu arrestato il 21 febbraio 1975 e incarcerato alla prigione di Poggioreale a Napoli e fu ucciso il 26 agosto 1976 in cella su richiesta di Paolo De Stefano. Dagli anni settanta incrementano la loro presenza al nord e specialmente nel capoluogo lombardo. Nel novembre del 1977 viene ucciso un boss della cosca De Stefano Giorgio De Stefano all’apice della sua carriera criminale, attirato in una trappola ad un summit di ‘ndrangheta in Aspromonte: la sua eliminazione è stata decisa dalla ‘ndrine di Gioia Tauro e San Luca che volevano evitare che giorgio dopo la vittoria nella prima guerra di ‘ndrangheta diventasse troppo potente. Il 13 ottobre 1985 con l’omicidio del boss Paolo De Stefano da parte degli Imerti che prima del fatto sancirono un’alleanza tramite il matrimonio del capobastone Antonio Imerti e Giuseppina Condello appartenente all’omonima ‘ndrina scoppia la seconda guerra di mafia.
Nello stesso periodo di tempo, i De Stefano avevano assorbito la cosca dei Tegano. L’alleanza è stata suggellata dal matrimonio tra Orazio De Stefano e Antonietta Benestare, una nipote di Giovanni Tegano, il 2 dicembre 1985. Dopo la morte di Paolo De Stefano assumono le redini del comando il figlio sedicenne Giuseppe De Stefano e suo zio Orazio De Stefano, durante la guerra contro i Condello. Il nuovo capobastone il 2 dicembre 1985 si sposa con Antonietta Benestare, nipote del vecchio capobastone Giovanni Tegano. La guerra Condello-Imerti e De Stefano-Tegano porta nel giro di 6 anni a 685 morti. Orazio De Stefano riesce a ristabilire la pax mafiosa grazie all’intervento della cosca “amica” dei Nirta di San Luca. I Tegano furono i negoziatori chiave per la pax mafiosa a Reggio negli anni Novanta tra i Tegano, i De Stefano, i Libri e i Latella, da una parte, e gli Imerti, Serraino, Condello e Rosmini, dall’altra, i quali divisero la città nelle loro sfere di influenza. Dal 22 febbraio 2004 con l’arresto di Orazio De Stefano il capo cosca è stato Giuseppe fino all’arresto nel dicembre 2008. Il 6 agosto 2004 è stato arrestato uno dei 30 latitanti più ricercati, Pasquale Tegano di 49 anni. Accusato di omicidio, associazione mafiosa ed estorsione. Paolo Schimizzi, nipote di Giovanni Tegano, scompare per lupara bianca nel settembre 2008. Il 10 dicembre 2008 viene arrestato nel Quartiere Pietrastorta a Reggio il capobastone Giuseppe De Stefano, latitante dal 2003. Il 18 agosto 2009 viene arrestato a Taormina Paolo Rosario De Stefano cugino di Giuseppe De Stefano, in vacanza insieme alla famiglia. Il 26 aprile 2010 è stato arrestato a Reggio, il capobastone Giovanni Tegano insieme ad altre 5 persone.
Il 23 giugno 2010 i carabinieri compiono 42 arresti in Lombardia, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna nei confronti di presunti esponenti dei Condello e dei De Stefano-Libri, accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Il primo luglio 2010 la polizia arresta a Milano 15 presunti esponenti dei De Stefano, accusati di usura, associazione di stampo mafioso e intestazione fittizia di beni. Ad ottobre 2010 Roberto Moio nipote di Pasquale e Giovanni Tegano diventa pentito. Il 5 aprile 2011 vengono arrestate, durante l’operazione Archi 21 persone presunte affiliate alle cosche Tegano e Labate, tra cui Giuseppe e Bruno Tegano, fratelli di Giovanni, ne mancano all’appello 5 tra cui il capo dei Labate: Pietro Labate, uscito dal carcere solo un anno prima. Il 14 marzo 2011 si conclude l’operazione Redux-Caposaldo che porta all’arresto di 35 persone in Lombardia ritenute affiliate ai Barbaro, ai De Stefano, ai Pesce e alle cosche di Africo. Il 18 novembre 2011 si conclude l’operazione della guardia di finanza contro 11 persone vicine alle cosche Tegano-De Stefano, tra cui appartenenti ai servizi segreti, massoneria, avvocati, commercialisti e imprenditori. Il 3 aprile 2012 si viene a conoscenza che la DDA di Reggio sta indagando su Romolo Girardelli presunto faccendiere dei De Stefano che sarebbe legato in affari con l’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, il primo col bisogno di riciclare denaro sporco, l’altro nascondere parte dei soldi ricevuti dai rimborsi elettorali. Da una indagine della DIA del 2013 emergerebbe un coinvolgimento di esponenti dei De Stefano con uomini e faccendieri legati all’ex tesoriere del partito della Lega Nord Belsito. Il 10 dicembre 2014, nell’operazione Padrino della Polizia di stato di Reggio Calabria, vengono arrestati a Reggio 25 presunti affiliati alla Cosca Tegano. Operazione TNT 2, inizio 2015: otto arresti nella cosca Franco-Murina, costola dei Tegano.